Tutto sul Bitcon e le criptovalute. Intervista ad Andrea Morichetta ricercatore della scuola di scienze e tecnologie dell’Università di Camerino.

I bitcoin e le criptovalute in generale, sono un fenomeno che nessuno al mondo può più trascurare. Se si sono scomodati anche i big dell’economia mondiale è perché tutti ormai si stanno interrogando sul futuro di queste particolari valute e si stanno chiedendo se un giorno potranno sostituire quelle tradizionali.
Ovviamente con mancano gli anatemi come quello di Warren Buffet, fondatore di Berkshire Hathaway, considerato un uomo d’affari di lungo corso ed un investitore senza pari. “Finiranno male!” Ha sentenziato” il mito della finanza. Per non parlare delle massime istituzioni come la BCE la cui presidente Christine Lagarde, ha affermato che il Bitcoin “ha creato alcuni business divertenti, ma è un asset speculativo, spesso usato per il “riciclaggio”.
Sulla stessa linea di pensiero  Janet Yellen, oggi a capo del Dipartimento del Tesoro nell’amministrazione Biden, ma meglio conosciuta come Presidente della Fed fra il 2014 ed il 2018. Insomma non tutti sono convinti della portata rivoluzionaria delle criptovalute che numeri alla mano hanno fatto milionari non pochi investitori, generando un plusvalore mai visto nelle borse mondiali.
Ma cosa sono in realtà le criptovalute?
Ci guida in questo percorso Andrea Morichetta, ricercatore della scuola di scienze e tecnologie dell’Università di Camerino.

Che cos’è una criptovaluta?

La criptovaluta o criptomoneta in generale è una moneta virtuale. La sua implementazione si basa su dei principi generali della criptografia che vengono sfruttati per convalidare le transazioni e per generare nuova moneta. Le criptovalute non esistono in forma fisica ma si generano e si scambiano esclusivamente per via telematica, quindi immaginando un bitcoin non lo troveremo mai in formato cartaceo o metallico.
Ovviamente gli scambi vengono effettuati all’interno della rete e vengono effettuati tra pari senza nessuna intermediazione o controllo centralizzato.
Poi c’è un’altra caratteristica della criptovaluta; ossia che le transazioni vengono effettuate in totale anonimato senza nessun controllo e questa cosa generalmente può essere vista con diffidenza dai governi o dalle banche centrali in quanto non possono avere il pieno controllo di quanto sta accadendo.

A cosa servono le criptovalute?

Le criptovalute generalmente servono per scambi finanziari; vengono definite asset digitali. Permettono quindi lo scambio tramite transazioni che possono essere più o meno veloci più o meno economiche e più o meno sicure.
Generalmente una criptomoneta può fare tutto ciò che fa una moneta traduzionale.

In più la criptomoneta :

  • è del tutto globale
  • può essere scambiata comunque,
  • non è soggetta a nessun controllo o interferenze da terze parti,
  • non è soggetta all’inflazione.

Un’altra caratteristica della criptomoneta moneta è che gli utenti possono scambiarla tra loro sempre e dovunque e lo possono fare in maniera autonoma senza rifarsi ad un ente terzo.

Noi siamo abituati ad avere uno Stato che batte moneta e assicura il valore del denaro. Nel caso della criptomoneta, cosa le dà valore? E perché la criptovaluta è così volatile?

Generalmente il valore della criptomoneta è dato dalla sua limitata disponibilità e questo genera anche intrinsecamente la sua volatilità.
La quantità di criptomoneta che è in circolazione e che viene immessa nel sistema della blockchain può espandersi e contrarsi secondo la normale legge della domanda e dell’offerta. Come ogni bene, al crescere della domanda il prezzo salirà, quindi più persone vorranno utilizzare o vorranno comprare criptomoneta più il prezzo si alzerà.
Ovviamente un altro fattore che provoca tutta questa instabilità è la liquidità all’interno del mercato delle cryptocurrency rispetto a quello tradizionale.
Infatti ci sono attori principali che posseggono moneta in grandi quantità e piccoli investitori che hanno invece ridotte quantità di moneta; quindi lo scambio di piccole somme o di grandi somme influenza il mercato e la volatilità della valuta.

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Che cos’è la cryptocurrency?

La cryptocurrency è la valuta che è stata inventata per la prima volta nel 2009 da
Satoshi Nakamoto. Ancora non sappiamo esattamente l’identità di questa persona ; se è una persona vera o se è un gruppo di persone.
A quel tempo la priorità dell’inventore era quella di avere del denaro virtuale sicuro per fare pagamenti senza passare dalle banche. La vera caratteristica della criptomoneta era quella di fare affidamento sulla tecnologia blockchain, cioè una tecnologia decentralizzata dove tutti i nodi della rete potevano condividere un protocollo comune, con un registro di transazioni pubblico che fosse utile per poter garantire la titolarità della moneta da parte dei pari all’interno del network.

Ci può parlare più nel dettaglio della tecnologia blockchain?

La blockchain è letteralmente una catena di blocchi, una struttura dati che è accessibile pubblicamente. La blockchain è basata sul registro distribuito dove tutte le informazioni sono organizzate in blocchi; questi blocchi vengono concatenati tra loro in ordine cronologico e la loro integrità viene garantita dall’uso della crittografia.
La blockchain viene definita immutabile in quanto il suo contenuto, una volta scritto non è più modificabile a meno di non invalidare l’intera struttura.
Quindi è molto difficile cambiare informazioni all’interno della blockchain.
Riassumendo possiamo dire che la blockchain è un registro pubblico dove le informazioni sono organizzate in blocchi contenenti al loro interno le transazioni e ovviamente il consenso.
Quindi l’accordo di un nuovo blocco all’interno della rete viene distribuito tra tutti i pari
Tutti possono partecipare al processo di validazione delle transazioni che poi verranno incluse successivamente nel registro.

Quali problemi risolve? E in quali settori può essere applicata la blockchain?

La blockchain a livello tecnologico risolve vari problemi. La decentralizzazione per esempio sta a significare che tutte le informazioni vengono distribuite tra tutti i nodi per garantire la sicurezza e la resilienza dei sistemi e permette di risolvere il problema della tracciabilità in quanto tutte le informazioni sono pubbliche e possono essere verificate direttamente da qualsiasi ente ne abbia bisogno. Inoltre permette la disintermediazione; è trasparente in quanto il registro è pubblico ed è consultabile. Le informazioni non possono essere sostituite, e negli ultimi anni abbiamo anche la programmabilità, ossia determinate azioni possono essere effettuate in maniera automatica al verificarsi di alcune condizioni.
Ovviamente i benefici della blockchain sono molteplici e possono essere applicati in molti settori. L’esempio più calzante per esempio è quello dell’agrifood, con la blockchain usata per il tracciamento dei prodotti e la sicurezza alimentare.
La blockchain può essere applicata con vantaggi anche nella finanza, nella pubblica amministrazione, nelle compravendite, in atti pubblici e in molti altri settori.
Qualche anno fa il Ministero dello Sviluppo Economico ha indetto a livello nazionale un nuovo progetto per la tracciabilità del made in Italy dove hanno partecipato molte compagnie anche grosse della filiera del tessile italiano.
La blockchain è usata anche in progetti per la tracciabilità dell’olio e del vino. A livello internazionale è interessante il progetto portato avanti da Bosch per quanto riguarda la registrazione dei chilometri effettuati dai veicoli.
Quindi utilizzando la tecnologia blockchain, un dispositivo connesso all’auto comunicherà i kilometri effettuati ad intervalli temporali prestabiliti, per prevenire possibili frodi nelle compravendite. Insomma ci sono tantissimi progetti legati alla blockchain e il numero sta crescendo in maniera esponenziale

Professore, mi può fare un analisi delle criptovalute che secondo lei in questo momento sono più affidabili?

Dipende dal punto di vista; all’incirca ci sono più di 2000 criptovalute.
Ovviamente tra le più conosciute troviamo il Bitcoin che la criptovaluta per eccellenza, forse la prima. Il Bitcoin si basa su una tecnologia che è tra le più affidabili dal punto di vista criptografico in quanto il puzzle criptografico da risolvere è tra i più complessi.
Tra le altre valute abbiamo Ethereum, Ripple, Stellar, Litecoin e molte altre.
Ogni criptovaluta ha la sua caratteristica principale e diciamo che quella del Bitcoin in generale è la totale indipendenza rispetto a qualsiasi entità governativa.
Il Bitcoin era stato progettato in modo che ogni persona potesse far parte di una grossa rete e operare in anonimato. Ovviamente nel sistema finanziario attuale il concetto è molto diverso; le banche conoscono tutti i dettagli dei propri clienti.
Il Bitcoin invece funziona in modo completamente inverso in quanto noi abbiamo l’indirizzo del portafoglio ma non possiamo ricollegarlo a qualsiasi informazione della persona fisica.
Da un lato alcune persone non vogliono che il proprio denaro venga tracciato da autorità esterne,
dall’altro è possibile che l’anonimato all’interno del Bitcoin possa supportare attività illegali.
Anche se, possiamo dire che l’anonimato nei Bitcoin è solo relativo, in quanto le transazioni vengono registrate in maniera pubblica all’interno della blockchain; quindi studiando attentamente l’intera blockchain, in teoria sarebbe possibile scoprire quanto denaro è presente all’interno di ogni singolo portafoglio della rete e analizzando le diverse transazioni, identificare anche la persona.

Qual è la differenza fondamentale tra il Bitcoin e le altre criptovalute?

In generale le criptovalute sono tutte molto diverse tra loro, le cose in comune sono il registro e la crittografia. Per quanto riguarda invece le differenze possiamo confrontare per esempio Bitcoin ed Ethereum. Dal punto di vista tecnico possiamo dire che la network del Bitcoin è una tra le più sicure però questo viene pagato in termini di performance, in quanto ogni blocco viene generato in media ogni 10 minuti. Tutte le altre crittografie compresa Ethereum, impiegano in media 15 secondi per lo stesso lavoro. Quindi le altre criptovalute da questo punto di vista sono molto più performanti ma perdono un po’ in sicurezza.
Inoltre dal punto di vista delle transazioni Bitcoin permette di contenere solo piccole informazioni. L’altra caratteristica importante è lo scopo per cui la criptovaluta è stata creata; Bitcoin è stata concepita per essere alternativa alle valute correnti e quindi ora aspira a diventare la riserva del valore del futuro. Però Bitcoin raggiungerà il suo limite di 21 milioni nel 2041, invece Ethereum ed altre criptovalute in generale non hanno nessun limite e quindi l’emissione della moneta continuerà in maniera stabile per molto tempo.

Le chiedo una previsione; fatte queste premesse molto tecniche, le criptovalute potranno mai un giorno sostituire le monete tradizionali?

Molti auspicano o paventano a mio avviso che le criptovalute possano sostituire le monete tradizionali probabilmente non totalmente ma in specifici asset finanziari.
Ovviamente non stiamo parlando di Bitcoin essendo una valuta limitata nella disponibilità e nella performance, ma delle criptovalute con maggiore attenzione allo scambio.
Sicuramente nel futuro in specifici asset potranno diventare realtà, ma un aspetto non banale da risolvere, sarà quello normativo.
Soltanto quando saranno eliminate delle incertezze da questo punto di vista, le persone si sentiranno più tranquille nell’utilizzo delle criptovalute.

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Ultima domanda che riguarda l’ultima frontiera: che cos’è il mining?

Mining letteralmente significa estrarre; nel mondo delle criptovalute questo termine è riferito al processo di estrazione e generazione di nuovi blocchi.
Minare quindi non vuol dire creare denaro in quanto le monete vengono generate in automatico dall’algoritmo che gestisce la rete, ma si riferisce al lavoro informatico che sfrutta la capacità di calcolo dei computer invece che la forza fisica del minatore.
Dal punto di vista tecnico il mining è quel processo necessario per poter raggiungere il consenso all’interno della blockchain; per effettuare questo passaggio è necessario venga risolto un complesso problema matematico che richiede un cospicuo impiego di potenza e di capacità elaborativa da parte del sistema informatico.
Questi calcoli che vengono eseguiti da sistemi informatici che generalmente sono dedicati al mining, vengono effettuati tramite programmi specifici ; servono a risolvere il puzzle criptografico. Una volta che questo puzzle criptografico è risolto il nuovo blocco è generato e viene distribuito all’interno della rete. A questo punto la rete accredita una quantità di criptomoneta al miner ovvero al possessore del computer che sta minando. Questa è la ricompensa che viene data per aver generato un nuovo blocco.
Il Miner ovviamente è indispensabile all’interno della blockchain per il sostentamento della network e quindi quello che viene assegnato al miner serve ad incentivarlo a svolgere tale compito. Infatti questo sistema è stato pensato proprio per fare a meno di un organismo di controllo centralizzato sfruttando invece i vantaggi della rete distribuita.

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