Uniswap, l’exchange del momento!

Gli exchange decentralizzati (DEX) nascono per affrontare e risolvere molti dei problemi delle loro controparti centralizzate, compresi il rischio di pirateria informatica, della cattiva gestione centrale, e delle commissioni fissate in maniera del tutto arbitraria. È innegabile tuttavia che anche gli exchange decentralizzati abbiano diversi problemi, principalmente la mancanza di liquidità, la quale è determinante nell’avere flussi di denaro corrente che comporti compravendite di criptovaluta veloci e a tassi di spread competitivi.

In questo scenario fa il suo ingresso Uniswap, una piattaforma di trading che cerca di risolvere il problema di liquidità degli exchange decentralizzati consentendo lo scambio di token senza fare affidamento su acquirenti e venditori che creino effettivamente la relativa liquidità.

Cos’è Uniswap?

Uniswap è un protocollo Ethereum per lo scambio di token ERC-20. A differenza della maggior parte degli exchange che sono progettati per accumulare commissioni, Uniswap è progettato per funzionare come un “luogo pubblico”, uno strumento per i token commerciali creati dalla comunità senza alcuna commissione di piattaforma o intermediario. 

Uniswap è stato creato da Hayden Adams, il quale è stato ispirato a creare il protocollo da un post realizzato dal fondatore di Ethereum Vitalik Buterin.

Il principale tratto distintivo dell’exchange Uniswap rispetto agli altri exchange decentralizzati è l’utilizzo di un meccanismo di determinazione dei prezzi chiamato “Modello di Market Maker del prodotto costante”. 

Qualsiasi token ERC20 può essere aggiunto a Uniswap finanziandolo con un valore equivalente in ETH. Ad esempio, se volessi effettuare scambi per un token chiamato “Poop token”, dovrei semplicemente avviare il relativo nuovo “smart contract Uniswap” per “Poop Token” e creerei un pool di liquidità con – sempre per fare un esempio- 10 dollari di Poop Token e 10 dollari di Ethereum.

Poop token, è uno scherzo?

Parlando di Poop token, oggi San Francisco si ritrova nel bel mezzo di un’incombente crisi della sanità pubblica a causa della defecazione all’aria aperta. Naturalmente, qualcuno ha pensato bene di creare un token ERC-20 per affrontare questo tipo di problema: una shitcoin nel vero senso della parola:)

L’asset digitale, chiamato Poop Token, viene fornito per gentile concessione del team UMA (Universal Market Access Protocol) e l’idea è stata formulata da Daniel Que e Tyson Battistella, entrambi programmatori di Coinbase, e poi sviluppata da Hart Lambur ed altri durante l’hackathon “ETHWaterloo” dei giorni scorsi.

Creato utilizzando il “Synthetic Token Builder” di UMA, Poop Token tiene traccia del numero di avvistamenti di feci a San Francisco utilizzando un database ufficiale della città. Il prezzo del gettone aumenta con il numero di avvistamenti e diminuisce man mano che la città diventa più pulita. Esso è per l’appunto già disponibile all’acquisto su Uniswap. 

Mentre Lambur afferma che la moneta digitale è stata per lo più creata come uno scherzo, il problema sottostante invece è decisamente reale. Gli avvistamenti segnalati di feci umane nelle strade di San Francisco sono triplicati negli ultimi anni, fino a 3000 al mese, apparentemente alimentati da un aumento dei senzatetto.

La teoria dei giochi

La tokenizzazione della cacca può realmente aiutare? Lambur sostiene implicitamente che i governi e le loro agenzie dovranno divenire sempre più creativi per affrontare i problemi che gli si pareranno davanti. Potrebbero farlo emettendo gettoni ed intascandone i relativi “profitti” qualora il problema venisse risolto, ed in effetti approcci simili potrebbero essere utilizzati per affrontare i ritardi della metropolitana, dei voli, e così via. 

Ovviamente, affinché un token funzioni, la teoria dei giochi deve essere tenuta in grande considerazione. 

Punto cruciale di differenziazione per Uniswap è quello di connettere direttamente acquirenti e venditori allo scopo di determinare il prezzo di vendita dei token listati nella piattaforma utilizzando un’equazione costante: x * y = k.

Nell’equazione, x e y rappresentano la quantità di token ETH ed ERC20 disponibili in una pool di liquidità, e k è un valore costante. Questa equazione utilizza l’equilibrio tra i token ETH e ERC20 – l’offerta e la domanda – per determinare il prezzo di un determinato token. Ogniqualvolta qualcuno acquista ad esempio Poop Token con ETH, l’offerta di Poop Token diminuisce mentre l’offerta di ETH aumenta: il prezzo di Poop Token necessariamente salirà.

Va da sé che il prezzo dei token su Uniswap può cambiare solo se si verificano davvero degli scambi. In sostanza, ciò che Uniswap sta facendo è bilanciare il valore dei token e scambiarli in base a quanto le persone vogliono effettivamente comprarli o venderli. 

Cos’altro c’è di diverso in Uniswap?

Proprio qualsiasi token ERC20 può essere listato sull’ exchange Uniswap, e non è richiesta alcuna autorizzazione, anche perché nessuno avrebbe l’autorità per concederla. Ogni token ha il proprio contratto intelligente e relativa pool di liquidità: il token “x” non esiste? Può essere facilmente creato. Una volta che un token ha il proprio contratto intelligente di scambio e la propria pool di liquidità, chiunque può scambiare il token o contribuire alla pool di liquidità guadagnando una commissione del fornitore di liquidità pari allo 0,3%. Per contribuire ad una pool di liquidità, è necessario un valore corrispondente in ETH dei token ERC-20.

Come vengono creati i token?

Ogni volta che vengono aggiunti nuovi token ETH/ERC-20 ad una pool di liquidità Uniswap, il “contributore” riceve un cd. “token pool” (che è a sua volta un token ERC-20). I token pool vengono creati ogni volta che si depositano fondi in Uniswap e possono essere liberamente scambiati, inviati ed utilizzati in altre dApps. Quando i fondi vengono poi recuperati, i gettoni della pool vengono bruciati o distrutti. Ogni token pool rappresenta la quota di un utente nelle attività totali delle rispettive pool, con relativa spettanza della commissione di negoziazione dello 0,3%.

È possibile accedere al protocollo Uniswap tramite front-end su uniswap.exchange . Si necessita anche di un indirizzo Ethereum, ad esempio utilizzando un portafoglio come MetaMask.

MetaMask non è altro che un plug-in del browser web che funge da portafoglio Ethereum. Esso consente agli utenti di memorizzare ETH ed altri token ERC-20 al proprio interno. Collegandosi poi alle dApp basate su Ethereum, gli utenti possono spendere le proprie monete in qualsiasi servizio, gioco o applicazione, oppure scambiarle su exchange decentralizzati.

Fornito dunque dell’occorrente appena visto si possono scambiare token oppure aggiungerne altri ad una pool di liquidità Uniswap; è solo una questione di selezionare il cross corrispondente al token che si vuole vendere in cambio del token che si vuole comprare. Si dovranno quindi approvare le relative transazione utilizzando il proprio portafoglio confermando gli scambi avvenuti (ricordando bene di tenere a mente le eventuali commissioni aggiuntive che il circuito Ethereum applica per l’utilizzo della blockchain madre).

Dato che Uniswap è un protocollo aperto a contratti intelligenti, per esso sono già state ideate numerose interfacce utente front-end. Ad esempio, InstaDApp consente di aggiungere fondi alle pool di Uniswap senza dover accedere all’interfaccia utente ufficiale di Uniswap. Interfacce come Zapper.fi consentono altresì agli utenti di versare fondi sulle pool Uniswap utilizzando solo ETH, anzichè altri token. 

Anche sulla base delle recentissime implementazioni sviluppate dai programmatori che costruiscono sul protocollo in questione, possiamo aspettarci di vedere un numero sempre maggiore di integrazioni tra il sistema di scambio unico Uniswap e la cd. nuova finanza decentrata (DeFi) negli anni a venire.

Uniswap “V2” e molto altro

Sebbene Uniswap sia stato lanciato già nel novembre 2018, è stato solo in tempi recentissimi che ha iniziato a vedere un’adozione sempre più repentina. 

Gran parte di questo nuovo interesse è dovuto al rilascio di Uniswap V2, importante aggiornamento che ora consente lo scambio diretto da ERC20 a ERC20, eliminando i cd. Wrapped Ether (WETH) dall’equazione, come accadeva in precedenza. Uniswap V2 supporta anche token ERC20 precedentemente incompatibili come OmiseGo (OMG) e Tether (USDT) e aggiunge una serie di miglioramenti tecnici che ne rendono più confortevole l’utilizzo. 

uniswap img

Siccome le piattaforme di yield farming sono aumentate notevolmente di popolarità nel 2020, Uniswap ha registrato altrettanto aumento di interesse, in quanto molte piattaforme DeFi consentono ai fornitori di liquidità in Uniswap di vedere un ritorno aggiuntivo sui loro token. 

Questo, se considerato in combinazione con le commissioni di cambio dello 0,3% distribuite ai fornitori di liquidità, e alla popolarità della piattaforma come trampolino di lancio per i gettoni dei progetti DeFi più popolari, ha portato Uniswap a scalare ogni classifica fino a diventare la piattaforma DeFi numero uno per valore totale congelato (TVL), unità di misura del valore totale degli asset crittografici bloccati all’interno della piattaforma (e tolti di conseguenza dalla circulating supply). 

Conclusione recensione Uniswap

Ad oggi ben oltre un miliardo di dollari risultano bloccati all’interno del protocollo Uniswap, che equivalgono ad un aumento di oltre il 600% solo nell’ultimo mese, tuttavia, sebbene la recente ascesa di Uniswap sia stata decisamente spettacolare, potrebbe rivelarsi di breve durata. Parte di ciò che sta guidando l’onda verde di Uniswap è infatti la contestuale ascesa di un concorrente diretto: SushiSwap. Sushiswap è una fork progettata allo scopo di drenare gran parte della popolarità acquisita da Uniswap.

Usando il cosiddetto “vampire mining”, SushiSwap incentiva gli utenti di Uniswap a congelare nei pool di liquidità di Uniswap i token $SUSHI. SushiSwap sta incoraggiando questo approccio fornendo ricompense notevolmente più elevate per quegli utenti che “arrivano per primi” (una bella red flag nel ricordare i famosi “schemi Ponzi”). Secondo SushiBoard, ci sono già 1,33 miliardi di dollari bloccati in contratti intelligenti SushiSwap.

Funzionerà? O l’improvvisa ascesa di Uniswap si rivelerà alla fine un enorme pump-and-dump? Lo scopriremo assieme..

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