A breve il Brasile avrà la sua criptomoneta di Stato

Abbiamo parlato a lungo di come, in un modo o nell’altro, molti stati si stiano preparando ad accogliere, nella propria economia, le monete digitali. Abbiamo avuto ampi riscontri sullo yuan digitale, ci aspettiamo a breve una risposta dagli Stati Uniti, mentre in Europa la Svizzera abbraccia Bitcoin e l’Italia apre alla possibilità di una valuta propria.

Ma c’è un altro importante Stato che si è inserito prepotentemente nella ideale “corsa” verso la produzione di una propria cripto moneta. Parliamo del Brasile, tramite le parole degli scorsi giorni del governatore della Banca Centrale.

La ricerca brasiliana nel settore cripto

L’annuncio del lancio di un CBDC (Central Bank Digital Currency) brasiliano risultava abbastanza nell’aria. Del resto, la banca centrale del Paese aveva istituito, nelle scorse settimane, un pool di esperti per studiare criptovalute, CBDC e potenziali benefici e punti di debolezza per l’economia in seguito ad un eventuale lancio di cripto moneta di Stato. Inoltre, l’utilizzo di Bitcoin e criptovalute in genere sembrava aver preso piuttosto piede.

Ciò che sorprende, semmai, sono le tempistiche: gli studi, infatti, devono aver dato veramente risultati straordinari se già l’indirizzo governativo è chiaro in favore del “sì alla cripto”.

Le dichiarazioni di Roberto Campos Neto

A sentire le parole di Roberto Campos Neto, il governatore del Banco Central do Brasil (BC), la strada sembra essere tracciata.

Nel corso di un evento organizzato da Bloomberg, ha dichiarato perentoriamente che le criptovalute –sia nel mondo che in Brasile- “sono destinate ad assumere velocemente un ruolo sempre più di primo piano all’interno  del sistema finanziario.”

E che il Brasile, a breve, potrebbe contribuire entro due anni a scrivere la storia delle monete elettroniche.

La convinzione di Campos Neto è tanto semplice quanto  moderna: secondo lui, infatti, il coronamento di un processo di ammodernamento del sistema monetario brasiliano potrebbe coincidere con il conio di una moneta virtuale che potrebbe sbarcare in rete già nel 2022.

Le difficoltà del Brasile

Le dichiarazioni del governatore della Banca centrale Brasiliana non possono non tener conto di quanto sta accadendo in un 2020 da incubo per il paese sudamericano (come lo è per molti paesi nel mondo, del resto).

Il Brasile, negli ultimi anni, non stava vivendo un periodo economicamente florido, e la terribile crisi del Covid-19 ha fatto il resto.

Pertanto, si sentiva la necessità di una sorta di rivoluzione fiscale: rivoluzione che si potrebbe concretizzare, quindi, con l’arrivo della moneta elettronica brasiliana.

Una moneta pensata per i pagamenti istantanei

Si chiama PIX, ed è il meccanismo attorno al quale ruoterà tutto il processo di produzione della cripto moneta di Stato:

Il sistema PIX , infatti è un sistema di pagamenti istantanei con la capacità di condurre le transazioni peer-to-peer e B2B utilizzando uno smartphone, internet banking o bancomat; tale innovazione dovrebbe essere lanciata già a novembre di quest’anno.

A tutto ciò dovrebbe fare seguito, entro la fine dell’anno, l’implementazione dell’Open Banking, con il preciso intento di aumentare la concorrenza finanziaria all’interno del Brasile.

PIX, in un certo senso, sembra poter essere una concorrente di Ripple, dal momento che persegue gli stessi fini e grossomodo abbraccia la stessa materia, quella dei pagamenti bancari.

Una trasposizione digitale del real

Per quanto entusiasmante risulti per gli appassionati di criptomoneta, va detto che la criptovaluta di Stato – almeno al momento – risulta inquadrata soltanto come un’estensione della moneta ufficiale brasiliana, il real. L’istituzione della moneta elettronica, infatti, nei piani della banca centrale brasiliana serve solo a dare ossigeno al real (e all’economia brasiliana), non vi è per il momento l’idea di sostituire in toto la moneta ufficiale di Stato.

Staremo a vedere.

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