Anche in Italia si parla di Euro Digitale

Anche da noi si parla di Euro Digitale. Negli scorsi mesi avevamo visto come l’Europa, trascinata dalle dichiarazioni della presidente della BCE Christina Lagarde, stia pensando sempre più concretamente all’istituzione di un Euro Digitale, che andrebbe a ridurre la moneta Fiat , completandone meglio la diffusione.

Le parole dello scorso settembre

Nel settembre 2020, interpellata sulla Cina (ormai vicina all’istituzione della propria moneta elettronica) e sull’avanzamento degli USA circa il dollaro digitale, la Lagarde aveva affermato:

“In un’economia più digitale, dobbiamo anche garantire la forza e l’autonomia dei sistemi di pagamento europei. L’Eurosistema sta perseguendo attivamente iniziative per raggiungere questo obiettivo. Stiamo anche esplorando i vantaggi, i rischi e le sfide operative dell’introduzione di un euro digitale. Un euro digitale potrebbe essere un complemento, non un sostituto, del contante; potrebbe fornire un’alternativa alle valute digitali private e garantire che il denaro sovrano rimanga al centro dei sistemi di pagamento europei “

Affermazioni che oggi vengono suffragate da alcuni importanti organi finanziari italiani.

L’Abi e l’euro digitale

A questo proposito, infatti, risultano interessanti le parole dei rappresentanti dell’Associazione Bancaria Italiana, che nella persona di Silvia Attanasio (responsabile dell’ufficio Innovazione)  ha raccontato di aver avviato un progetto di sperimentazione sull’euro digitale. Le banche italiane hanno sviluppato negli anni un forte interesse, concretizzatosi a partire da ottobre 2020, con un progetto diffuso in circa 100 banche chiamato “Spunta banca Dlt” (dove Dlt sta per Distributed ledger technology). E la blockchain utilizzata nel sistema bancario italiano può fungere da spunto per la Bce. Nello specifico, afferma l’abi, “stiamo realizzando versioni semplificate di ambiti di applicazione di un eventuale euro digitale nelle forme più utili per cittadini e imprese. E i primi test potrebbero partire dalla prossima primavera”.

Una moneta diversa

Parole di supporto all’euro elettronico arrivarno anche dall’Università Bocconi di Milano, che tramite le parole del condirettore presso l’Unità di ricerca di innovazione monetaria Luca Fantacci spiega come l’Euro digitale sarà ben diverso dalle monete elettroniche di oggi. Infatti, non sarà necessario avere un conto corrente a propria disposizione:  sarà piuttosto disponibile a tutti i cittadini, bancarizzati e non, e potrà essere utilizzato o da un’applicazione scaricabile sul telefonico o attraverso un portafoglio elettronico della propria carta dei servizi.” E si starebbe altresì studiando un metodo affinchè gli istituti bancari non vengano del tutto tagliati fuori dalle operazioni, magari deputandoli ai servizi di custodia e amministrazione.

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I benefici dell’euro digitale

Non si contano le prospettive positive dall’introduzione di questa moneta: prima fra tutti, lo snellimento della circolazione monetaria. In epoca covid, infatti, molti cittadini sono attualmente in sofferenza per non aver ancora ricevuto il denaro contante nei propri conti: con l’euro digitale, questo ostacolo sarebbe stato scavalcato in fretta.

Inoltre, sarà possibile condividere funzioni e informazioni per assicurare una maggiore trasparenza, come nel caso dei bonus governativi, puntualizza Attanasio.

Vi sono anche dei rischi, perlopiù logistici: è infatti da capire come adattare l’euro digitale alle attuali modalità di pagamento (come il pos, ad esempio); in secondo luogo, bisogna anche paventare il caso in cui l’euro digitale diventasse preponderante rispetto al denaro liquido, riducendo i depositi presso la Banca centrale: in quel caso, andrebbero stabilite delle soglie per imprese e cittadini.

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