Anche la Serbia abbraccia Bitcoin

Abbiamo parlato a lungo di come, in un modo o nell’altro, molti stati si stiano preparando ad accogliere, nella propria economia, le monete digitali. Abbiamo avuto ampi riscontri sullo yuan digitale (che sembra davvero in fase di decollo), è poi in arrivo una risposta dagli Stati Uniti, il Brasile avrà la sua criptovaluta di Stato, mentre in Europa la Svizzera abbraccia Bitcoin e l’Italia apre alla possibilità di una valuta propria.

Oltre che da noi, si sta muovendo qualcosa nel settore crittografico anche in un altro paese che potremmo considerare quasi un.. “vicino di casa”.

Nello specifico, infatti, nell’ex repubblica yugoslava della Serbia sono state legalizzate emissione e commercio di criptovaluta con una nuova legge approvata in chiusura 2020 .

Serbia e criptovalute

La Serbia ha cambiato la propria posizione (in passato fortemente critica) riguardo la materia delle criptovalute. Da oggi, infatti, Belgrado consente l’emissione e il commercio di risorse digitali nel paese. La nuova legge è entrata in vigore il 29 dicembre, rendendo legale per i residenti il ​​commercio di criptovalute.

Il legislatore serbo aveva precedentemente annunciato il progetto di legge nello scorso ottobre, per poi procedere all’approvazione della legge alla fine di novembre. La cosiddetta “Legge sulle risorse digitali” è infine entrata ufficialmente in vigore martedì scorso ed ha già iniziato l’iter necessario per la sua messa in vigore.

La storia di Serbia e Bitcoin

In passato, come già accennato, la Serbia non è mai stato concretamente un paese “cripto-friendly” . Sei anni fa, infatti, la Banca nazionale della Serbia (NBS), organo centrale dell’economia del paese, aveva dichiarato che Bitcoin non sarebbe mai stato accettato come moneta a corso legale nel paese.

Come molte istituzioni nel corso del 2020, però, anche tale Banca ha evidentemente cambiato idea, dal momento che oggi lo stato ex yugoslavo sostiene la circolazione di criptovalute.

In base alla nuova legge, i fornitori di servizi di asset digitali nel paese potranno operare una volta ottenuta l’autorizzazione dall’autorità di vigilanza, denominata “Securities Commission”, deputata a vigilare e supervisionare che tutte le attività crittografiche risultino a norma di legge.

Quale futuro per gli Exchange in Serbia?

La nuova legge serba, ovviamente, regola anche il trading di criptovalute. Gli exchange di risorse digitali necessiteranno di una licenza per operare sul territorio. Inoltre, la legge consente e incoraggia l’uso degli smart contract (per intenderci, quelli di cui si serve Ethereum).

Massima libertà per i miners, che a norma di legge sarà consentito conservare senza limitazioni le eventuali risorse digitali ottenute dall’attività di estrazione informatica.

Le banche serbe e Bitcoin

Un paragrafo della legge è destinato alla regolamentazione bancaria. Le istituzioni finanziarie generiche, tutte ovviamente tenute sotto la sorveglianza della Banca Centale, per il momento non saranno autorizzate a interagire con risorse digitali, però potranno archiviare e custodire portafogli elettronici e chiavi criptate dei propri clienti.

Alle banche, poi, è vietato convertire i propri asset in valute virtuali o strumenti associati ad attività virtuali. Inoltre, non sono autorizzati a fornire servizi relativi alle risorse digitali o partecipare ad aziende che offrono tali servizi.

Inutile dire che questa nuova legge, arrivata in un contesto socio-economico davvero difficile, rappresenta una bella speranza sia per la Serbia che per il mondo di Bitcoin e criptovalute, che riceve l’ennesimo assist per un 2021 che potrebbe corrispondere alla definitiva consacrazione e diffusione.

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