Anche la Svizzera legifera sulla Blockchain

Abbiamo visto negli scorsi giorni come, in Italia, organismi bancari e finanziari stiano iniziando ad accettare e a legiferare su blockchain e monete elettroniche.

Anche in Europa, del resto, qualcosa si sta muovendo: Il 17 giugno il Consiglio nazionale svizzero ha approvato all’unanimità un pacchetto legislativo che modifica una dozzina di leggi finanziarie. Le modifiche, proposte dal Consiglio Federale Svizzero, hanno lo scopo di rimuovere gli ostacoli legali alla blockchain e alle applicazioni della tecnologia di contabilità distribuita.

L’importanza della Blockchain per Berna

La Svizzera è stata a lungo, in Europa, una sorta di “El dorado” per le startup blockchain. Nel 2017 (anno d’oro di Bitcoin e criptovalute in generale), infatti, sono stati numerose le ICO elvetiche finanziate con i token.

Anche negli anni successivi al 2017, poi, pur senza troppe ICO sviluppate nel territorio, la crescita della cultura blockchain non si è interrotta: le università, infatti, hanno continuato a insegnare l’utilità del registro decentrato, facendo sì che pubblicamente e politicamente la blockchain non venisse, per così dire, “persa di vista”.

Cosa prevedono le nuove leggi sulla Blockchain in Svizzera

“Allo stato attuale, la legge svizzera è ingombrante, soprattutto se applicata al trasferimento di token di sicurezza”, ha detto il politico Rolf Weber.

“ Tutti i trasferimenti devono essere scritti, proprio come il tradizionale scambio obbligazionario. Ma la nuova legislazione faciliterà il trasferimento di token di sicurezza”, ha in seguito affermato lo stesso esperto.

Le nuove disposizioni legali consentirebbero ai proprietari di appellarsi alle autorità affinché reclamino la loro proprietà. Le nuove leggi contengono anche otto disposizioni che descrivono come i fornitori e le sedi di negoziazione della tecnologia di contabilità digitale possono ottenere una licenza dall’autorità finanziaria.

Le perplessità di carattere politico, più che sull’utilità delle leggi in sé, sono arrivate dall’opposizione che invece sottolinea (problematica annosa e mai risolta) la difficile gestione dell’ impatto ambientale del mining di bitcoin, processo che come sappiamo richiede grandi quantità di energia e risorse.

Svizzera blockchain
Svizzera blockchain

Cambia il quadro normativo

Da qui in avanti, però, invece di promulgare ulteriori nuovi leggi che lancino nuovi strumenti finanziari, i legislatori svizzeri stanno provando ad applicare prima le leggi esistenti, ha dichiarato Luzius Meisser, fondatore dell’associazione Bitcoin Svizzera.

“Se smette di funzionare, faremo una nuova legge”, ha detto Luzius. Secondo lui, la Svizzera non considera la tecnologia blockchain o le fonti crittografiche come entità uniche, ma come estensioni di strumenti esistenti. Secondo Weber, le nuove leggi cambieranno il quadro generale per migliorare le condizioni per i proprietari di criptovalute e i fornitori.

Blockchain in Svizzera e riduzione delle tasse

Allo stato attuale della situazione, in Svizzera il mining di bitcoin è esente dall’imposta sul valore aggiunto (IVA), mentre alcuni token di sicurezza sono esenti dalla ritenuta alla fonte e non vi sono imposte sulle plusvalenze sugli investimenti.

Secondo Luzius, la Svizzera ha calcolato una ritenuta alla fonte sui dividendi guadagnati da titoli tradizionali come obbligazioni o azioni. 

Gli organi appartenenti all’ufficio delle imposte hanno in seguito affermato che questa imposta si applica anche alle “azioni tokenizzate” per garantire che tutti gli investitori siano trattati allo stesso modo.

Come tutti sanno, la Svizzera rimane un paese estremamente favorevole agli investimenti azionari, il cui reddito (a differenza del nostro paese) non viene tassato; lo stesso atteggiamento, ovvero quello di non tassare le rendite, verrà adottato anche con le plusvalenze derivanti da criptovalute.

Un bell’incentivo per iniziare ad acquistarle, no? Vedremo se anche nel nostro paese arriveremo ad una situazione del genere.

Articolo precedente

Articolo successivo