Tra Bitcoin City e Satoshi Island: paradisi per gli amanti delle criptovalute

Con l’aumentare del bacino di utenza che coinvolge criptovalute, NFT e blockchain più in generale, aumentano anche le notizie e l’attenzione mediatica dedicata a queste realtà. Va da sé, che quindi gli Stati, la Comunità Europea e gli enti nazionali, così come gli istituti bancari, chiedano con forza e sempre maggiore insistenza una regolamentazione per gli asset digitali, mentre taluni invocano addirittura un freno vero proprio, delle limitazioni, spaventati dall’evolversi della realtà cripto che rischi di portare via una fetta di guadagno non indifferente alle banche, per esempio.

Così, se da un lato Bitcoin e compagni incontrano sempre di più il favore di appassionati, traders e addetti ai lavori, dall’altro vedono aumentare le regolamentazioni e i vincoli.

Non da meno, è da considerare il problema energetico e quindi ambientale legato all’estrazione di Bitcoin: infatti, per creare un Bitcoin, i miners (coloro che decriptano i codici necessari per sbloccare la criptovaluta) hanno bisogno di computer potenti, connessi alla rete ventiquattro ore su ventiquattro, con un consumo energivoro davvero ingente. Non è pensabile ormai trascurare la questione ambientale, così come non è trascurabile il costo economico richiesto per alimentare questi super computer.

Per far fronte a queste e ad altre criticità le idee e i progetti sono stati molti, tra cui anche la fondazione di città e stati indipendenti.

No, non è uno scherzo, andiamo a vedere di che si tratta.

La città interamente dedicata ai Bitcoin a El Salvador: Bitcoin City

Sembra uno gioco di parole, ma non lo è: Bitcoin City è davvero un progetto in essere, voluto dalla Repubblica di El Salvador.

Dopo aver dichiarato qualche mese fa i Bitcoin come moneta a corso legate nel Paese, il presidente di El Salvador ha deciso di alzare ulteriormente l’asticella: idealmente Bitcoin City sarà una città fondata interamente sulle criptovalute, che si sosterrà grazie ai proventi generati dall’estrazione delle monete elettroniche. Per ovviare ai problemi energivori e ambientali legati a questa pratica, l’alimentazione del mining avverrà attraverso l’utilizzo dell’energia geotermica prodotta dai vulcani presenti in loco.

Il finanziamento alla città avverrà tramite l’emissione di Bond. L’obiettivo è quello di raggiungere con dieci bond circa cinque miliardi di dollari da utilizzare per la costruzione delle città e delle infrastrutture, mentre con gli altri cinque miliardi verranno effettuati investimenti in criptovalute.

L’intento è di attrarre amanti delle criptovalute, che godranno di regimi fiscali particolarmente agevolati (10% sui beni e 0% sui redditi, le proprietà o le plusvalenze) oltre che di condizioni decisamente favorevoli per la speculazione, il mining e ovviamente l’uso dei Bitcoin.

Ovviamente per ora resta solo un progetto, ma i presupposti perché questo venga portato a termine ci sono tutti.

Satoshi Island: il porto sicuro per i cripto lovers nelle acque dell’Oceano Pacifico

Già pensare ad un’intera città fondata e basata sui Bitcoin è un qualcosa di davvero incredibile, ma Vanuatu supera El Salvador, puntando ancora più in alto, con un’isola!

Satoshi Island già dal nome tradisce la sua finalità (prima dell’acquisto l’isola si chiamava Lataro): infatti, intitolata al fantomatico inventore dei Bitcoin, quest’isola vuole essere un punto di riferimento e un paradiso vero e proprio per tutti gli appassionati del mondo cripto. La scelta di locare in questo punto specifico del Mondo un porto sicuro per i cripto lovers si deve sicuramente alla legislazione di Vanuatu che offre già tassazioni ridotte ai trader.

Tutto, dai lotti immobiliari alla cittadinanza (a Satoshi, non certo a Vanuatu), potrà essere acquistato anche tramite NFT.

Nonostante l’isola fosse di proprietà privata già prima di diventare Satoshi Island, il Primo Ministro di Vanuatu si è espresso in modo favorevole allo sviluppo del progetto, vedendo non solo aprirsi possibilità in ambito turistico, ma anche economico: se davvero il progetto dell’isola verrà portato avanti, molti trader potranno pensare di trasferirsi in pianta stabile, in modo da aggirare le sempre più stringenti limitazioni al mining e all’utilizzo degli asset digitali.

Al momento il progetto resta ancora in fase embrionale, ma sognare, si dice, non costa nulla. Di certo, tra Bitcoin City e Satoshi Island, possiamo davvero constatare come Bitcoin sia ormai un patrimonio veramente internazionale.

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