Bitcoin e Argentina? Buenos Aires ci pensa

Avevamo visto, nelle scorse settimane, come alcuni paesi del mondo avessero ufficialmente aperto le porte della propria finanza anche a Bitcoin, riconoscendone ormai delle caratteristiche non ignorabili e facendo della criptovaluta più celebre una moneta di stato, come nel caso di El Salvador.

Oggi, un altro paese sembra poter compiere un passo simile: parliamo dell’Argentina, grazie ad un eloquente discorso del Presidente in carica Alberto Fernandez.

Bitcoin e Argentina

Il presidente dell’Argentina Alberto Fernandez ha rilasciato una dichiarazione per la quale spiega come il paese sudamericano sia aperto all’idea di utilizzare BTC, magari introducendo uno strumento come quello della Central Bank Digital Currency (con il controllo della banca centrale) al fine di controllarne meglio la distribuzione.

Impressionato dalle azioni intraprese da parte della comunità crittografica negli ultimi mesi, come appunto il riconoscimento del Bitcoin come moneta legale ad El Salvador o l’ avviamento di una CBDC in Giamaica, il presidente Fernandez sostiene i moderni asset digitali, sperando in un futuro colmo di innovazioni per il proprio paese.

Durante un’intervista ad una tv locale, Fernandez si è dimostrato possibilista riguardo l’utilizzo delle criptovalute, mostrandosi non timoroso di ostacolare in qualche modo la finanza tradizionale e anzi propositivo nel voler spingere l’evoluzione degli asset digitali.

Ma soprattutto, l’elemento di maggiore attrattività per l’Argentina nei confronti di Bitcoin è l’annullamento quasi totale dell’effetto  inflazionistico, attualmente molto elevato per ogni moneta Fiat del Sudamerica.

L’inflazione, del resto, è una delle questioni più delicate che politica e finanza argentina stanno affrontando.  Tra i tanti indicatori a disposizione, in questo senso, basti vedere il ripido aumento dei prezzi nella sola prima metà del 2021 (pari a circa il 25,3% in otto mesi).

Bitcoin e una CBDC per l’Argentina

La situazione finanziariamente non rosea dell’Argentina trova però nel presidente Fernandez una figura in grado di accogliere le nuove opzioni della tecnologia  e della modernità.

Tuttavia, anch’egli si mostra cauto quando si parla di volatilità del prezzo di Bitcoin, invitando su quel piano a procedere con la dovuta cautela.

Queste dichiarazioni, però, vanno in controtendenza con la visione del capo della banca centrale argentina, Miguel Pesce, che fino ad oggi non si era espresso positivamente su Bitcoin; anzi, sembrava essere addirittura indirizzato a gestire una repressione del settore.

Durante il recente Digital Finance Forum organizzato dall’Argentine Institute of Finance Executives (IAEF), Pesce ha poi accennato ad regolamentazione in arrivo per le transazioni Bitcoin, e ha spiegato come la Banca Centrale stesse lavorando al fine di trovare modi efficaci per informare correttamente gli investitori  sui pericoli che si possono celare dietro l’utilizzo di criptovalute e monete elettroniche.

Per Pesce, Bitcoin non è un asset finanziario perché non è supportato da alcun prodotto sottostante e non può garantire un rendimento stabile, per poi risultare incerto su come il profitto di Bitcoin si possa mescolare ai flussi del mercato dei cambi.

Pesce, per il momento, respinge anche l’invito circa l’adozione di una valuta digitale della banca centrale (CBDC), quantomeno non prima di dirimere i dubbi della popolazione sulle monete elettroniche, attraverso una imprescindibile campagna di informazione.

L’interesse per le criptovalute è aumentato notevolmente in Argentina negli ultimi anni, soprattutto perché può essere utilizzato come esposizione indiretta al dollaro USA, che protegge gli investitori nel paese dalla svalutazione della valuta locale, il peso argentino.

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