Bitcoin ha compiuto 12 anni: quali programmi per il futuro?

La scorsa settimana, l’ultima di ottobre, vi è stato un compleanno passato (forse) un po’ in sordina.

Di che compleanno parliamo? Di quello di Bitcoin, ovviamente: la più celebre delle criptovalute, infatti, ha compiuto 12 anni… e davvero non li dimostra.

Il compleanno di Bitcoin

Era il 31 ottobre 2008 quando Satoshi Nakamoto, uno dei personaggi più misteriosi e controversi dei nostri tempi, pubblicava il celebre manifesto che per la prima volta presentava al mondo una nuova moneta,  elettronica e decentrata. Quello era l’inizio dell’era Bitcoin, la criptovaluta che sta rivoluzionando il mondo finanziario e bancario.

Quella che nel whitepaper era definita come “Bitcoin: un sistema di moneta elettronica peer-to-peer”. Il periodo di pubblicazione non è casuale: Satoshi Nakamoto, infatti, decise di pubblicare il proprio documento poche settimane dopo il crollo di Lehman Brothers, la quarta banca d’investimento più grande degli Stati Uniti.

I primi Bitcoin furono minati il 3 gennaio 2009, quando videro la “luce” 50 monete: il 5 ottobre dello stesso anno un Bitcoin valeva 1.309 dollari, alle fine del 2017 ha toccato il suo massimo storico sfiorando i 20mila dollari. Tuttavia, sappiamo bene che il Bitcoin non è un asset che forzatamente si apprezza in modo solido nel lungo periodo, data la sua enorme volatilità, caratterizzata da cadute e ascese repentine. Ad esempio a febbraio 2011 BTC valeva un dollaro, mentre oggi è scambiato sopra quota 13mila.

Le considerazioni di eToro

EToro, la nota piattaforma di social trading, ha espresso alcune considerazioni in merito al momento attuale attraversato da Bitcoin:

Il 2020, per molti sarà ricordato come l’anno della regolamentazione, una sorta di prima maggiore età del Bitcoin che sta sempre di più scrollandosi di dosso gli ultimi frammenti di illegalità e opacità che tanti, forse troppi, hanno sempre voluto sottolineare.

Viene anche sottolineato come sarebbe importante, nei prossimi mesi, l’ottenere una regolamentazione condivisa da tutti i paesi europei:

 “La nuova proposta di regolamento che dovrebbe permettere agli Stati membri della Ue di dotarsi di un quota normativo in ambito criptovalute sarebbe un traguardo importantissimo”.

Dal canto suo, abbiamo visto come nei mesi scorsi la Commissione Europea abbia fissato alcuni obiettivi utili alla legiferazione in materia Bitcoin, come preservare la nostra sovranità monetaria e affrontare i rischi per la politica monetaria, e dall’altro proteggere i consumatori

I numeri di Bitcoin oggi

Nel dettaglio, le criptovalute rappresentano a livello mondiale il 21% del portafoglio medio 2020 con Bitcoin che occupa oltre il 4%.

Gli investitori europei, invece, si occupano maggiormente di investire su risorse digitali toccando il 28% del loro portafoglio, con Bitcoin che rappresenta il 5%. In Italia, nel 2020 gli investitori hanno collocato l’ottima percentuale del 19% dei propri investimenti in criptovalute con ovvia preferenza su Bitcoin, scelto nel 4% dei casi.

La nazione europea maggiormente “cripto-friendly” sembra essere la Gran Bretagna,  con un portafoglio medio del 32% in “cripto” , di cui però solo il 4% Bitcoin.

L’ultima conquista di Bitcoin, a livello di partnership, non può che essere quella con PayPal, in evoluzione proprio in queste settimane: potrebbe essere questa un ulteriore trampolino per i prossimi anni.

L’ostacolo più grosso per Bitcoin, al di là delle controversie tecniche o etiche che possono far discutere le community, appare forse la risoluzione dei problemi ambientali: il mining, infatti, risulta sempre più dispendioso in termini di energia, e questa non può essere una tematica da ignorare nei prossimi anni. Sarà assolutamente indispensabile riuscire a passare dalla proof of work alla proof of stake, pena la inevitabile “migrazione” verso una qualche moneta più eco-friendly.

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