Blockchain, un 2020 da 4,1 miliardi di investimenti

Il 21 settembre, si sa, corrisponde al primo giorno d’autunno. L’estate è finita e ci si avvia alla stagione fredda che ci accompagnerà fino a fine anno.

Il tormentato 2020, pertanto, si avvia al suo quadrimestre conclusivo, e – come di consueto – si iniziano a tirare le somme di questo (difficile) anno.

Per gli appassionati di crittografia e nuove tecnologie, risultano interessanti le proiezioni stimate circa l’utilizzo, in quest’annata, della blockchain: secondo le proiezioni di IDC, infatti, si va verso un vero e proprio record.

Che cos’è IDC?  

IDC –acronimo di International Data Corporation – è il principale fornitore globale di informazioni di mercato, servizi di consulenza ed eventi per i mercati della tecnologia dell’informazione, delle telecomunicazioni e della tecnologia di consumo. IDC aiuta i professionisti nel settore dell’informatica, i dirigenti aziendali e la comunità degli investitori a prendere decisioni basate sullo sviluppo della tecnologia e sulla strategia aziendale.

Ovviamente, l’azienda IDC – che impiega migliaia di tecnici nella rilevazione dei dati- ha una grande rilevanza nella diffusione dei dati inerenti la blockchain, le criptovalute e le nuove tecnologie più in generale.

Infatti, pochi giorni or sono, IDC ha compilato la cosiddetta ricerca “IDC Worldwide Blockchain Spending Guide Worldwide”, che può essere considerata la maggiore guida sullo stato della blockchain a livello planetario.

I risultati della ricerca sulla blockchain del 2020

La ricerca di IDC, più che riferirsi unicamente all’anno 2020, fornisce una chiave di lettura prospettica, basata su quanto e come la blockchain potrebbe incidere a livello mondiale nel prossimo quadriennio.

Se in questo 2020 la blockchain ha infatti beneficiato di investimenti stimati attorno ai 4,1 miliardi di dollari, nel non lontano 2024 questa già elevatissima cifra dovrebbe arrivare a toccare i 18 miliardi di dollari.

Secondo IDC, peraltro, risultano essere due i settori che fungono da traino per il registro decentrato: il banking e il manufacturing. L’indice che certifica questa crescita è chiamato CAGR, acronimo di “compound annual growth rate” e, per queste due realtà, si attesta sul 46,4%.

Il settore bancario

Più di un quarto di tutta la spesa blockchain nel mondo proverrà dal settore bancario, dove i principali casi d’uso – ad oggi- includono i cosiddetti “pagamenti transfrontalieri”, la finanza commerciale, gli accordi post-negoziazione/transazione e gli accordi di transazione.

Il settore della produzione

Vi è anche un ampio settore di sviluppo costituito dall’area manifatturiera. Infatti – lo stiamo vedendo negli ultimi mesi – vi è un grandissimo utilizzo della blockchain per particolarità che accompagnano qualsiasi processo produttivo: dalla tracciabilità della produzione, alla certificazione della provenienza degli asset e delle materie prime.

Gli altri settori produttivi e i servizi

La blockchain sta abbracciando pressoché tutti i servizi produttivi, oltre a strizzare l’occhio alla Pubblica Amministrazione e alla Sanità. Per quest’ultima, infatti, la stima di IDC è di una crescita quinquennale di un CAGR del 49,3%, con le PA a seguire con un CAGR del 48,2%.

Ottima crescita, infine, anche per i settori IT ed i servizi aziendali, ormai tutti avvezzi all’utilizzo del registro decentrato.

Dove si registrano le crescite 2020 ?

Se ci chiedessimo in che parte del mondo si stiano registrando le crescite degli investimenti in blockchain, il rapporto IDC parla di Stati Uniti (che entro fine anno dovrebbero raggiungere gli 1,6 miliardi di investimento), di Cina (con 457 milioni di dollari investiti nell’annata) ed Europa Occidentale (con circa 1 miliardo investito entro fine anno).

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