Christine Lagarde: “Servono regole per Bitcoin”

Abbiamo visto, in precedenza, come la Cina si stia dando molto da fare per introdurre lo yuan digitale, con gli scopi sia di rimpiazzare la moneta cartacea che di dare un nuovo impulso alla propria economia, al fine di mettere lo yuan in una posizione di riferimento per l’economia mondiale, al posto del dollaro usa.

Ma anche l’Unione Europea non sta a guardare, e anzi la presidentessa della BCE Christine Lagarde rilancia: come si vociferava nei mesi scorsi, infatti, nei prossimi anni anche l’Europa avrà il suo Euro Digitale.

Non solo: ha chiesto a gran voce anche un regolamento efficace per la gestione di Bitcoin.

Lagarde e Bitcoin

Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, è uno dei personaggi maggiormente di spicco nel quadro dell’economia europea e mondiale, in particolare dopo il 2020 che abbiamo appena vissuto. Le sue decisioni, infatti, assumono un peso di grande rilevanza nell’ottica della finanza del nostro continente.

In una recente intervista, Lagarde ha ribadito che le autorità di regolamentazione dovranno utilizzare delle normative chiare garantire una controllo su Bitcoin, la criptovaluta più in auge al mondo.

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Lagarde: serve una regolamentazione per Bitcoin

Ieri, Lagarde ha rilasciato una intervista in occasione della conferenza stampa Reuters Next, durante la quale ha usato parole piuttosto perentorie nei confronti di Bitcoin, affermando infatti che

“Bitcoin è un asset altamente speculativo, che ha reso possibili affari loschi e delle interessanti attività di riciclaggio totalmente riprovevoli.”

Detto che Bitcoin potrebbe in realtà sembrare anonimo, ma sappiamo che non è esattamente così, è chiaro che ai profani la natura decentrata della più famosa delle criptovalute possa lasciare qualche perplessità ai profani della materia crittografica.

Lagarde, pealtro, non ha fatto riferimento a nessun caso specifico di riciclaggio mediante utilizzo di Bitcoin, pur alludendo a inchieste giudiziarie in corso inerenti attività illegali che si servirebbero di BTC.

Lagarde ha poi proseguito:

“Occorre una regolamentazione. Deve essere applicata e concordata a livello globale, perché se c’è una scappatoia verrà usata.”

Lagarde ha segnalato più volte la necessità di una regolamentazione internazionale sulle criptovalute, in particolare quando, nel settembre dello scorso anno, aveva posto in essere un documento pluri-firmato con i atto a sollecitare gli organismi centrali ad emettere un regolamento per le nuove tecnologie.

In passato, invece, Lagrange aveva comunque utilizzato un tono più neutro nei confronti di Bitcoin e criptovalute: basti pensare al settembre 2019, quando la stessa Lagarde aveva messo in evidenza i benefici delle nuove tecnologie, prima ancora di parlare di regolamentazione delle criptovalute, ponendo l’accento sui benefici che queste avrebbero potuto portare.

Euro digitale, ma quando?

Lagarde, incalzata dalle notizie sull’imminenza dello yuan digitale e di tutti gli altri paesi che si stanno organizzando per introdurre una moneta elettronica che a poco a poco sostituisca in toto monete e banconote, la presidentessa ha dichiarato che, per il nostro continente, i tempi non saranno brevi: per un’operazione così grande, che dovrebbe coordinare fior di economie e burocrazie, potrebbero volerci fino a quattro anni.

Nonostante sia appena iniziata la Brexit, peraltro, Unione Europea e  Regno Unito comunque concordano circa la necessità di monitorare e casomai regolamentare i mercati delle criptovalute, in particolar modo dopo il grande apprezzamento di Bitcoin di inizio 2021, che ha riversato sul mercato delle cripto tantissimi neofiti, potenzialmente soggetti a frodi e scelte scorrette.

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