CONSOB : “Regolamentiamo le criptovalute”

Continuano le grandi manovre, almeno dal punto di vista concettuale, degli organismi legati al mondo bancario italiano.

Dopo aver visto, qualche giorno fa, come l’Associazione Bancaria Italiana avesse effettuato un vero e proprio inquadramento normativo circa le monete elettroniche, oggi è la volta della CONSOB, per bocca del presidente Paolo Savona, che ha richiesto ufficialmente la convocazione di una conferenza monetaria internazionale per affrontare e regolamentare la materia delle criptovalute.

Che cos’è la CONSOB?

La CONSOB (Commissione nazionale per le società e la Borsa) è uno degli organismi bancari tra i più importanti in Italia. La sua funzione principale è relativa alla vigilanza sugli istituti di credito, per verificare che essi operino in modo consono alla legge e alle tematiche finanziarie; si occupa anche di regolamentare la prestazione dei servizi di investimento, accertare eventuali andamenti anomali delle contrattazioni su titoli quotati, controllare le informazioni fornite al mercato dalle società quotate e molto altro ancora.

consob criptovalute

Savona (CONSOB): necessità di regolamentazione criptovalute

Il presidente CONSOB Paolo Savona, infatti, ha menzionato una sua relazione, chiamata “The Impact Of Technological Innovations On Money And Financial Markets” (L’impatto delle innovazioni tecnologiche sul denaro e sui mercati finanziari).

All’interno di tale intervento, Savona, coadiuvato dal luminare statunitense Jan Kregel, afferma che “In mercati finanziari globali sempre più integrati, l’innovazione minaccia la stabilità delle istituzioni finanziarie nazionali e l’adeguatezza del sistema regolamentare interno.

[…]

La finanza è cambiata, spostandosi verso strumenti non regolamentati — non necessariamente più rischiosi ma certamente più esposti a rischi — e finendo per aumentare i pericoli per i risparmiatori privati.”

Savona si pone poi la domanda circa un eventuale scenario per cui Bitcoin e criptovalute possano tagliar fuori completamente le monete FIAT e dare un colpo pesante all’economia mondiale; pertanto, vanno introdotte una serie di norme  atte a regolamentare (e non necessariamente, si badi bene, a contrastare o limitare) il mercato delle cripto.

Savona auspica l’istituzione di una cripto moneta pubblica: “Se si disponesse la nascita di una criptomoneta pubblica, il sistema dei pagamenti si muoverebbe in modo indipendente dalla gestione del risparmio, che affluirebbe interamente sul mercato libero, cessando la simbiosi tra moneta e prodotti finanziari, affidandone la gestione in modo indipendente ai metodi messi a punto dai registri contabili decentrati e dalla scienza dei dati.”

Una criptovaluta comune?

Da queste sue parole, Savona lascia trasparire uno scenario gradito alla CONSOB per cui vi sia la nascita di una criptovaluta comune nelle democrazie occidentali, in modo da contrastare efficacemente l’economia extra-europea: “La maggior parte dei governi sembrerebbe non voler procedere verso la creazione di una criptomoneta, propria o comune, ma alcuni come la Cina e la Russia, forti di loro autonomi protocolli, intendono realizzarla”.

Banche verso le cripto

Insomma, l’impressione è che le banche abbiano definitivamente accettato che nel sistema monetario italiano e internazionale stiano prepotentemente entrando monete elettroniche indipendenti dal sistema bancario, e che vogliano trovare un modo per convivere con il nuovo denaro digitale. E’ una mossa corretta: del resto, anche giornali, musica e libri negli ultimi anni sono diventati digitali, e solo una perfetta regolamentazione ne permette la corretta fruizione da parte dei cittadini. Speriamo che tali regole arrivino e siano condivisibili anche per il denaro digitale.

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