Cresce l’adozione di Tether nei mercati asiatici

L’Asia orientale continua progressivamente ad affermarsi sempre più come il principale mercato di criptovalute al mondo, tuttavia potrebbe non essere solo Bitcoin a guidare il settore. 

Secondo un rapporto pubblicato dalla società di analisi blockchain Chainanalisys, l’utilizzo delle cd. “Stablecoin” in questa regione, è andato completamente “fuori scala”.

Il citato rapporto denominato “Asia orientale: commercianti professionisti e stablecoin guidano il più grande mercato mondiale delle criptovalute“, afferma come il 33% di tutto il valore negoziato on-chain (ovvero il valore delle transazioni che si verificano sulla blockchain e non ad esempio attraverso second layer solutions) provenga dalle famigerate stablecoin. Tether, come sappiamo, è il top player in questo campo. Basti pensare che quest’estate ha persino battuto Bitcoin come criptovaluta più ricevuta dagli indirizzi localizzati in Asia orientale.

Tether nelle dinamiche Cinesi

È all’evidenza che tra tutte le stablecoin, Tether sia di gran lunga quella più popolare non solo in Asia orientale, ma anche a livello globale, rappresentando ben il 93% di tutto il valore delle stablecoin ad oggi commercializzate nella sola Asia orientale. 

Ciò accade perché il governo cinese, che per lungo tempo è stato abbastanza duro nei confronti di Bitcoin, aveva vietato gli scambi diretti di YUAN verso criptovaluta. Tether è divenuto di conseguenza il “sostituto de facto FIAT” per quegli utenti cinesi che operano in questo settore.

Va da sé che anche l’acquisto di Tether con Yuan è vietato, ma gli utenti dell’Asia orientale mettono le mani sulla stablecoin attraverso mezzi differenti, quali conti bancari esteri, secondo il rapporto. 

I risultati della società di analisi in effetti coincidono con l’attività di trading over-the-counter cinese (cioè col commercio informale che viene condotto direttamente tra due parti, attraverso piattaforme a tal scopo dedicate, anziché direttamente negli exchange dove il prezzo fluttua con l’operatività). Ciò ha contribuito a spingere l’impennata della fornitura di Tether a 5 miliardi di dollari quest’anno.

Nonostante le rigide regole in paesi come la Cina, il mercato è ancora enorme e gli operatori di criptovaluta stanno apparentemente eludendo la regolamentazione: solo nell’ultimo anno più di 50 miliardi di dollari hanno viaggiato dagli indirizzi asiatici orientali, ad indirizzi localizzati in altre regioni del pianeta, secondo Chainalysis. Nell’Europa occidentale, che certamente non ha le stesse normative dei paesi dell’Asia orientale, la cifra era di poco superiore ai 38 miliardi.

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Fuga di capitali in Cina?

In genere la Cina è veramente severa con la fuga di capitali. I cittadini possono spostare solo l’equivalente di 50.000 dollari (o meno) fuori dal paese. E mentre il governo reprime le persone che aggirano tali regole, ad esempio con gli investimenti stranieri nel settore immobiliare, potrebbe essere che Tether venga in soccorso a chi tenta di eludere tali restrizioni.

Le stablecoin sono particolarmente efficaci per la fuga di capitali, poiché il loro valore ancorato alla valuta fiat comporta che gli utenti che vendono grandi quantità in cambio della loro valuta fiat preferita possono essere certi che è improbabile perderanno il loro valore mentre sono alla ricerca di un acquirente“, ha osservato Chainalysis.  

Tether è diventato un sostituto del dollaro USA per molte persone in Cina“, ha detto Dovey Wan nel citato rapporto, partner fondatore della società di investimenti in criptovaluta Primitive Ventures.

Chainalysis nota anche che gli indirizzi aventi sede in Asia orientale hanno ricevuto la bellezza di 107 miliardi di dollari in criptovaluta negli ultimi 12 mesi, il 77% in più rispetto all’Europa occidentale, che è la seconda regione con la più alta ricettività. Si nota infine come l’Asia orientale abbia proporzionalmente la quota più bassa di volume on-chain dedicato a Bitcoin (il 51% dei trasferimenti in volume) conclude il rapporto. 

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