Estratti finora il 90% dei Bitcoin

Uno dei maggiori elementi di discussione, quando si parla di Bitcoin, è il modo in cui i token della criptovaluta più celebre al mondo vengono estratti: ovvero, tramite il mining, quel processo da molti criticato per il presunto impatto ambientale dovuto al cospicuo consumo energetico.

Critiche, quelle ricevute da BTC, mai del tutto dimostrate, e che – giorno dopo giorno – fanno sì che informatici ed ecologisti si confrontino, senza ancora aver trovato un punto di accordo.

Discussione, quest’ultima, che non può non tener conto di un dato fondamentale, ovvero relativo al quantitativo di Bitcoin finora effettivamente estratto (che conseguentemente certifica quanto invece sia ancora quello da estrarre).

Questo perché, la cifra finora raggiunta è arrivata ad un numero tondo.

Quanti Bitcoin sono stati estratti finora?

Dal 2009 in avanti, anno di nascita di Bitcoin, sono stati estratti la bellezza di 18,6 milioni di Bitcoin. Partendo dal presupposto che – per merito della genialità progettuale di Satoshi Nakamoto – vi è un numero ben definito di BTC estraibili (per ovviare a problemi inflazionistici) pari a 21 milioni, il numero di Bitcoin estratti rappresenta quasi il 90% dell’offerta complessiva.

Attualmente rimangono quindi circa due milioni e mezzo di monete da estrarre. Il traguardo finale, però, non sarà raggiunto in tempi brevi, dal momento che si prevede che l’ultimo Bitcoin sarà estratto addirittura nel 2140. E questo per effetto dell’halving, ovvero il dimezzamento delle ricompense ai miners, che come sappiamo si ripete all’incirca ogni quattro anni e spingendo inevitabilmente molti miners a smettere con l’estrazione e a dedicarsi a token più remunerativi.

Se inizialmente la ricompensa era di 50 Bitcoin per estrazione, oggi siamo a quota 6,25, cifra destinata a dimezzarsi e dimezzarsi ancora nel tempo. Fedelmente a questa tabella di marcia, infatti, nel 2024 la ricompensa diverrà di 3,125 BTC per ogni conferma.

Mining e ambiente

Come abbiamo detto, il mining resta al centro della polemica per motivi ambientali: persino Elon Musk, mesi fa uno dei maggiori sostenitori di BTC, si è detto perplesso sull’attuale metodo di estrazione delle monete, dato il grande dispendio energetico; grosse difficoltà per i miners vi sono anche in Cina, dove il Governo sta ostacolando fortemente le attività estrattive, spingendo gli informatici cinesi a delocalizzare l’attività di mining.

Per affrontare difficoltà ambientali e perplessità sull’argomento, nel tempo è nato il  Bitcoin Mining Council.

Che cos’è il Bitcoin Mining Council?

Il Bitcoin Mining Council è l’organismo deputato all’affidamento della promozione della trasparenza nell’utilizzo dell’energia elettrica utile all’estrazione di BTC , unitamente all’incentivazione di utilizzo di energia sostenibile a livello mondiale.

Questa organizzazione (al momento in fase embrionale) è recentemente sta ideata dopo un incontro tra Elon Musk e un gruppo di miners americani. Al momento, però, questo consiglio risulta ancora teorico, dal momento che non vi sono ancora tipologie di energia sostenibile talmente grandi da poter rimpiazzare il quantitativo di energia elettrica “classica” richiesto per il normale mining.

Il passaggio dalle fonti tradizionali a quelle sostenibili e rinnovabili, infatti, dovrebbe concretizzarsi in toto dopo il 2030. Anno, quello, che dovrebbe permettere una svolta “green” per Bitcoin e criptovalute in generale.

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