Euro digitale, sempre più una realtà concreta e a breve termine

Il sempre maggiore interesse verso le criptovalute e il mondo della tecnologia blockchain, da parte di privati cittadini come di imprese e multinazionali, porta con sé anche una sempre crescente attenzione verso le monete elettroniche anche da parte delle banche centrali e degli organi statali.

Talvolta questo marcato interesse da parte delle banche è da intendersi in senso dispregiativo, e il motivo è chiaro a tutti: le criptovalute per antonomasia sono indipendenti dagli istituti bancari e dalle istituzioni stesse, si reggono e si regolano esclusivamente sul libero mercato, privando le istituzioni del controllo che invece esercitano sulle monete tradizionali.

Da qualche tempo, però, il potenziale dei cripto asset e della blockchain è stato visto e apprezzato anche da organismi come la Banca Centrale Europea e la Federal Reserve, ad esempio, che sentono sempre più pressante l’esigenza di adottare una moneta digitale che possa garantire privacy e sicurezza, oltre a riuscire a limitare l’utilizzo del contante.

Non solo Europa e Stati Uniti, comunque, stanno spingendo verso questa rotta, con Euro e Dollaro Digitale: la Cina prevede di lanciare presto una propria criptovaluta nazionale, mentre il Venezuela ha già introdotto il Bolivar Soberano, che va a sostituire il Bolivar come moneta nazionale, collegato alla criptovaluta di Stato chiamata Petro, a causa dell’inflazione.

Andiamo però a vedere più nel dettaglio quali sono i piani della BCE.

Cosa si intende per Euro digitale: è una criptovaluta vera e propria?

In questi giorni è stato confermato dalla Banca Centrale Europea che entro il 2023 arriverà il primo Disegno di Legge riguardante l’Euro Digitale, la moneta elettronica unica europea. Si tratterà di una moneta digitale che rispecchierà in tutto e per tutto le banconote cartacee, avendone dunque lo stesso valore. Infatti, l’Euro Digitale affiancherà il contante senza andare a sostituirlo.

Con l’introduzione dell’Euro Digitale si andrà a diminuire i tempi e i costi delle operazioni dei pagamenti elettronici tra i diversi stati dell’Unione Europea, agevolando quindi l’utilizzo di questo metodo di pagamento rispetto al più tradizionale bonifico ad esempio.

La tecnologia su cui si baserà sarà ovviamente la blockchain in quanto l’Euro Digitale è di fatto una vera e propria criptovaluta. Viene da chiedersi come sia possibile che una moneta di corso legale possa reggere alle costanti fluttuazioni di valore che caratterizzano cripto come Bitcoin o Ethereum. Se l’Euro Digitale, però, variasse di valore come una delle monete elettroniche appena citate, l’economia europea crollerebbe in brevissimo tempo: ecco perché è più opportuno indicare le stablecoin come paragone per il futuro Euro Digitale.

Va ricordato che la differenza tra un Bitcoin e una stablecoin come può essere Tether risiede nella maggior stabilità di quest’ultima rispetto alle tradizionali criptovalute, andando quindi ad abbassare di molto il rischio derivato dalla volatilità, permettendo in questo modo una stabilità che consente di non minare l’economia nazionale e di garantire la possibilità di essere un mezzo di pagamento costante ed efficiente.

La stabilità delle stablecoin è data da diversi fattori: alcune si basano su una moneta con corso legale, come il Dollaro, o su un bene di valore, come l’oro; altre si basano su altre criptovalute che vengono però sovragarantite al fine di limitare il problema della fluttuazione del valore; altre, infine, si basano sulla fiducia in quanto è il valore di mercato a dettare la fornitura della moneta, che verrà aumentata o diminuita all’occorrenza. Quest’ultimo caso è quello che più rappresenta quello che sarà l’Euro Digitale, che resterà stabile grazie al meccanismo di bilanciamento dell’offerta della moneta e del suo prezzo sul mercato: nel momento in cui il prezzo aumenterà troppo, la BCE provvederà ad immettere nuova moneta, quando calerà troppo, verrà diminuita di conseguenza anche l’offerta.

Qual è lo scopo dell’introduzione di una moneta digitale ufficiale europea?

L’uso di una moneta unica digitale in Europa ha una motivazione abbastanza evidente e si può riassumere in un concetto molto semplice: la lotta all’evasione fiscale e alle economie sommerse.

La volontà ultima sarà sicuramente quella di superare quanto più possibile l’uso del contante nei pagamenti: operazioni in questo senso sono già partite anche in Italia, basti pensare alle iniziative legate al cashback per incentivare i pagamenti con carte di credito e bancomat.

Considerando che le criptovalute sono nate per avere una forma di denaro non soggetto a monopolio, regolato esclusivamente dal libero mercato e senza controlli istituzionali, pensare che diventeranno anche uno strumento utile agli Stati stessi per controllare maggiormente i flussi di transazione, fa quantomeno sorridere.

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