Folding@Home: il mining collettivo per sconfiggere il Covid19

Nelle drammatiche settimane in cui tutto il mondo è chiuso in casa per effetto delle misure contenitive applicate per arginare il Coronavirus, oltre a cercare di impiegare produttivamente il tempo, molti cercano anche un modo per rendersi utili alla società. Modo che, ovviamente, non escluda la permanenza in casa, che al momento è una condizione essenziale.
E’ interessante, in questo senso, il progetto Folding@home: utilizzando la sua struttura di raccolta computazionale, coinvolge gli utenti a cercare una cura per il Covid-19.


Cos’è Folding@home


Folding@home è uno dei cosiddetti progetti di “elaborazione distribuita” più longevi al mondo, e probabilmente il più importante. Per quasi 20 anni, l’iniziativa, originariamente nata dalla Stanford University, ha sfruttato la potenza dei computer di tutto il mondo per eseguire simulazioni di ripiegamento proteico nel tentativo di comprendere meglio malattie come il cancro, il morbo di Alzheimer, l’Ebola — e ora, Coronavirus. Chiunque può entrare, e ogni bit aiuta.

Un successo crescente


Alla fine di febbraio, Folding@home — ora con sede presso la Washington University di St. Louis — ha annunciato di voler canalizzare le proprie risorse sulla ricerche relative al Coronavirus. Il 19 marzo, l’amministratore dello stesso progetto, Greg Bowman, ha rivelato sul sito americano Reddit che il progetto aveva visto un aumento del 1200% dei volontari, superando i 400.000 dispositivi. Alla fine di marzo, il conteggio è salito di oltre un milione di dispositivi, stabilendo un nuovo picco per il progetto.
La dichiarazione di Bowman è piuttosto emblematica: “Stimiamo che la potenza di calcolo aggregata che abbiamo sia superiore ai primi 100 supercomputer del pianeta”.
Con palpabile soddisfazione, ha poi continuato: “È uno strumento davvero interessante per far fronte a questo importantissimo problema, e ci sta dando l’opportunità di provare quante più cose possiamo pensare in parallelo per vedere se qualche idea porta i suoi frutti. Naturalmente, non possiamo garantire quali risultati otterremo e quali saranno le scale temporali, ma già in passato abbiamo avuto successo con altre ricerche, quindi siamo fiduciosi. “

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In che modo Folding@home aiuta la ricerca?


Il gruppo di Bowman era già concentrato sulla ricerca di cure per altre malattie infettive quando un membro del team iniziò a simulare una delle proteine di COVID-19. Rapidamente si rese conto che avrebbero dovuto esplorare tutte le proteine della malattia per cercare di capire dove i potenziali rimedi avrebbero potuto essere più efficaci. Bowman spiega che una parte del processo sta simulando il modo in cui alcuni composti chimici si legano più fortemente alle proteine in determinati punti, per poi comunicare alle autorità farmaceutiche e mediche i risultati, in modo da includere o escludere determinate procedure.
La comunità medica, del resto, già da anni usufruisce del sistema di raccolta dati Folding@home, dal momento che l’azienda è nata nel 2000, e da vent’anni si occupa di raccolta di potere computazionale finalizzata alla ricerca medica.

I miners di Bitcoin si uniscono alla lotta

E’ evidente una correlazione molto chiara con il mondo delle criptovalute. Per la produzione delle cripto-monete, come sappiamo, è necessario il cosiddetto “mining”, ovvero l’utilizzo della forza computazionale dei propri computer; calcolatori che presi singolarmente non hanno sufficiente potenza per risolvere i complessi calcoli necessari alla produzione di Bitcoin (e delle monete elettroniche più in generale) , così si uniscono nelle cosiddette “pool” , ovvero in portali nei quali si sommano le rispettive potenze di calcolo dei propri pc, allo scopo di effettuare un mining più rapido ed efficace.
Proprio lo stesso concetto, quindi, su cui si basa Folding@home.
Ma l’aspetto più interessante, forse, è che molti degli utenti appartenenti alla crypto-community (e più precisamente al mining ) hanno sospeso le proprie attività di “estrazione” e produzione di monete elettroniche, prestando i propri hardware alla ricerca medica.
Del resto, sia Folding@home che la Blockchain sono basati sulla decentralizzazione, ed è bastato quindi poco a convincere i “miners” circa l’importanza e l’utilità dell’unire le forze.

Dalle cripto al vaccino?


A questo proposito, Bowman ha concluso: “ Tutto questo è davvero bello. Sono davvero contento dell’aiuto della comunità-cripto. Molti di loro hanno chiuso le operazioni di mining e ci hanno reindirizzato la potenza di calcolo.
Sempre Bowman ha rivelato, per fare qualche nome, che l’azienda di mining Ethereum CoreWeave ha direzionato verso Folding@home ben 6000 processori.
Allo stesso modo, molti gruppi di minatori della moneta Tezos si sono raggruppati in rete decidendo di limitare il mining della celebre moneta e indirizzare la forza dei propri PC alla ricerca.
L’esperienza che potremo coniare come “estrazione del vaccino” è partita: e la cosa bella, volendo, è che tutti noi possiamo parteciparvi. Per tornare al mining di Bitcoin ad allarme cessato.

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