Forbes: SEC e Ripple vicini ad una soluzione?

Sec e Ripple, una bolla di sapone? Abbiamo seguito per settimane l’appassionante caso che ha coinvolto i vertici di Ripple (XRP), che anche qui da noi ha avuto una certa ridondanza, grazie al successo che ha avuto la celebre moneta.

La novità di questi giorni è che un approfondimento apparso in questi giorni sulla celebre rivista Forbes asserisce come la SEC si stia trovando in un vero e proprio labirinto, peraltro creato da sé stessa. E questo potrebbe portare ad una archiviazione anticipata del caso. Andiamo a vedere il perché.

La causa tra SEC e Ripple

Anzitutto, un veloce riepilogo: La SEC – ente federale statunitense preposto al controllo e alla vigilanza della Borsa americana – nell’ultima settimana del 2020 aveva infatti citato in giudizio Ripple, sostenendo che quest’ultima avesseviolato le norme che vietano la vendita di titoli non registrati.

Sotto la lente della SEC vi sarebbero gli 1,3 miliardi di dollari incassati dalla fintech Ripple tramite XRP, oltre ai circa 600 milioni di dollari che il CEO Brian Garlinghouse e il cofondatore Christian Larsen si sarebbero assicurati con la vendita dei propri gettoni.

La SEC, nella persona del suo presidente Jay Clayton, riteneva che Ripple dovesse sottostare a tutte le norme valide per i titoli presenti nei mercati finaziari; del resto, la fintech Ripple aveva sempre considerato il suo prodotto al pari di una moneta vera e propria.

Forbes

Gli sviluppi sul caso

L’America, lo sappiamo bene, a cavallo tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 ha vissuto il più grande cambiamento politico che potesse esserci, con l’insediamento di Joe Biden come nuovo Presidente al posto di Donald Trump, e con esso la nomina di altre cariche al posto di quelle pre-esistenti. Una di queste, ad esempio, è la presidenza SEC: Jay Clayton è stato infatti estromesso, inserendo al suo posto il nuovo presidente Gary Gensler, che opera con criteri e autonomie diverse rispetto al predecessore.

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L’inchiesta di Forbes su Ripple

E perché questo nuovo insediamento potrebbe portare all’archiviazione del caso? Forbes, nel suo approfondimento, lo spiega molto bene: in primo luogo, la prima anomalia della causa di SEC contro Ripple individuata da Forbes è inerente le tempistiche. È stato questa infatti l’ultima grande azione intrapresa dall’ex direttore Clayton,  conscio che a breve sarebbe potuto essere avvicendato, e questo (nelle parole di Forbes) non è illegale, ma decisamente irrituale. Specie se si pensa che la SEC contesta fatti avvenuti a partire dal 2013, e quindi stona il fatto di aver aspettato 7 anni per notificarli.

Il nuovo direttore SEC, Gary Gensler,  pare poter avere un atteggiamento molto più conciliante nei confronti della tematica inerente le criptovalute  (di cui egli stesso in passato è stato promotore): oggi, si trova con una vera e propria patata bollente tra le mani, dal momento che deve gestire una causa da lui non avviata e con motivazioni che probabilmente non concorda.

Come se non bastasse, gli avvocati SEC devono anche affrontare il ricorso avviato dai legali di Ripple, che hanno dato voce ad un pull di possessori di XRP, tramite l’invio di una grossa ingiunzione a SEC, invitandola a dichiarare XRP una valuta e non un titolo finanziario, di modo da far cessare la causa.

E non solo: soltanto il corso degli eventi, poi, ci dirà se SEC dovrà affrontare la potenziale accusa di rimborso danni generata a tutti gli investitori Ripple, grazie al calo del valore che l’inchiesta ha ovviamente generato (le prime ore dopo l’accusa, infatti, si era verificato un vero e proprio fenomeno di “panic-selling”).

Staremo ora a vedere quel che succede: secondo Forbes, però, l’archiviazione del caso pare poter avere un’accelerazione imminente.

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