Gli NFT e i social network: un binomio presto realtà

 

La vita quotidiana di ognuno sta diventando, di giorno in giorno, sempre più virtuale, e questa non è certo una novità dell’ultima ora: dagli acquisti on line passando per i social network, la maggior parte delle azioni che svolgiamo richiede di smaterializzare e digitalizzare le azioni e addirittura gli oggetti.

In un contesto così caratterizzato assumono un ruolo di notevole rilevanza, quindi, la tecnologia blockchain, le criptovalute e gli NFT, che sono diventati popolari anche tra i non addetti ai lavori. Se fino ad un decennio fa, infatti, si fosse paventata anche solo l’ipotesi di una realtà così digitale come quella che stiamo vivendo, quasi nessuno, esclusa forse una nicchia di esperti e appassionati del settore, si sarebbe interessato all’argomento, mentre ora questi termini sono di uso pressoché comune.

Gli NFT, per esempio, oltre ad essere per l’appunto noti al grande pubblico, hanno addirittura “invaso” il mondo della moda e dell’arte: sembra incredibile pensare che qualcosa di assolutamente materiale e tangibile possa essere invece legato sempre più saldamente anche agli NFT e alla tecnologia blockchain.

Ma cosa sono gli NFT e perché sono diventati così celebri? Andiamo a vederlo.  

I token più popolari del mondo digitale

Partiamo subito dal significato dell’acronimo NFT, che per esteso diventa “Non-fungible token” e, letteralmente, significa “token non fungibile”: la chiave degli NFT si trova, infatti, nella non fungibilità del token. Con il termine fungibile, di fatti si intendono tutti gli oggetti che hanno copie uguali tra loro, oggetti comuni, non unici, mentre, per l’appunto, la particolarità degli NFT risiede proprio nella loro unicità, nel loro essere univoci e non interscambiabili, come detto prima, non fungibili. Questa loro peculiarità e caratteristica straordinaria gli consente di essere veri e propri certificati di garanzia, di originalità, in quanto ogni NFT può rappresentare solo un determinato bene, che anche qualora venisse riprodotto, resta distinguibile dall’originale grazie alla firma digitale che vi viene apposta tramite NFT.

Diventa subito chiaro, dunque, che grazie a questo tipo di token non solo si incrementi il valore del bene stesso, che viene certificato e garantito come unico, ma viene sventato anche il pericolo della contraffazione, vera e propria piaga in settori come la moda e l’arte.

Non sono solo questi, ovviamente, i settori interessanti alla crescente espansione degli NFT: dai video games alle squadre sportive, nessuno può più farne a meno. Impensabile, quindi, che i social network ne restino esclusi.

La sfida di Meta: Facebook e Instagram accolgono gli NFT nei loro profili

Dato il notevole entusiasmo che accompagna i Token non fungibili, non stupisce che anche Meta, colosso dei social network, si stia interessando sempre di più all’argomento.

Il Financial Times del 20 gennaio di quest’anno riporta una notizia in merito: l’azienda di Mark Zuckerberg pare stia lavorando per permettere agli utenti delle piattaforme social Facebook e Instagram di poter creare e utilizzare i propri NFT, all’interno dei loro profili personali.

Proprio nello stesso giorno anche Twitter comunica una novità: per gli utenti premium del servizio a pagamento Twitter Bleu è possibile inserire come immagine profilo un NFT.

Si tratta di una sorta di vera e propria rivoluzione: il grande pubblico, tutti, nessuno escluso, verrà travolto dal fenomeno degli NFT, anche i più scettici, poichè i social network hanno ormai una diffusione capillare.

Le funzioni che Meta vorrebbe offrire ai propri iscritti sono principalmente due: la prima prevede la possibilità di avere un servizio di wallet per i propri NFT, all’interno di ciascun profilo, consentendo così agli utenti di visualizzarli direttamente dal proprio account; la seconda consiste nella possibilità per ciascun iscritto di creare in modo autonomo i propri token non fungibili, ovviamente con una procedura semplificata e alla portata di tutti.

Con queste due funzionalità Zuckerberg di fatto dà la possibilità ai propri iscritti di diventare dei creatori di NFT, e con ogni probabilità verrà anche incoraggiata la vendita degli stessi, all’interno della piattaforma, trasformando ciascuno in un possibile cripto-artista. Questo, certamente, non può che ingolosire gli avventori più attenti, dal momento che è recente la notizia dello studente indonesiano diventato milionario grazie alla vendita di un suo NFT: Ghozali Ghozalo ha venduto 933 selfie, ovviamente trasformati in NFT per 277 Etherum, che corrispondono a poco meno di un milione di dollari.

Con queste premesse non possiamo che attendere con ansia l’introduzione dei token all’interno delle piattaforme social a cui siamo iscritti.

Articolo precedente

Articolo successivo