Goldman Sachs e le criptovalute: pronti al lancio di un derivato su Ethereum

Poche ore fa è uscita una notizia che coinvolge il colosso bancario Goldman Sachs e le criptovalute. L’interesse di questa banca per il mondo degli asset digitali non è certo una novità, però è senza dubbio una notizia di rilievo, in quanto avvalora ulteriormente il proprio appoggio ai prodotti della tecnologia blockchain. Va, infatti, ricordato cos’è Goldman Sachs, per capirne appieno il motivo e l’importanza.

The Goldman Sachs Group, Inc. è uno degli istituti bancari più grandi e famosi del Mondo. La sua sede principale è a New York, dove è stata fondata nel 1969, ma ha diverse filiali nelle maggiori città finanziarie, come ad esempio Tokyo Londra, Hong Kong e Francoforte. Il suo target di riferimento sono prevalentemente i mercati azionari e gli investimenti, rivolgendosi prevalentemente a grandi gruppi aziendali o ai governi. E’ quotata al New York Stock Exchange e ha un fatturato annuo di oltre trentadue miliardi: ecco perché le sue scelte influenzano in modo così pesante il mondo finanziario.

Se, dunque, ora l’interesse e la predisposizione della banca verso Bitcoin e compagni sono decisamente alte, fino a qualche tempo fa non era certo così: fino al 2020, infatti, tutte le principali banche d’affari erano solite considerare le monete elettroniche come un qualcosa di effimero e senza alcun valore intrinseco. Adesso, invece, Goldman Sachs, così come JP Morgan, non hanno solo cambiato opinione, ma sono arrivate a fare previsioni ottimistiche sul prezzo di Bitcoin, che dovrebbe superare i centomila Dollari entro il 2023.

Andiamo ora a vedere più nel dettaglio, invece, la novità che Goldman Sachs sta preparando.

Ethereum non-deliverable forward: il nuovo progetto di Goldman Sachs a tema criptovalute

Solo qualche settimana fa, Goldman Sachs aveva annunciato di voler cominciare a proporre ad un ristretto gruppo di clienti, scelti tra i più facoltosi ovviamente, strumenti derivati anche in criptovalute. Ad oggi, invece, si apprende che, non solo verranno proposti dei prodotti derivati in cripto, ma addirittura stanno pensando di lanciare un proprio derivato con sottostante moneta elettronica Ethereum, denominato Ethereum non-deliverable forward: in questo caso, quindi, il derivato pagherà in base al valere del token a cui è associato, offrendo così, a coloro che investiranno, un’esposizione indirette alla criptovaluta. La scelta di utilizzare Ethereum invece di Bitcoin si deve, probabilmente, all’idea che Ethereum abbia una potenzialità futura maggiore di Bitcoin; anche JP Morgan in una sua analisi concorda con questa visione su ETH.

 A quanto si evince, questo dovrebbe essere solo il primo di una lunga serie di derivati di investimenti in criptovalute: la Goldman Sachs ragiona su questa possibilità da ormai oltre un anno, e a riprova del fatto ci sono numerosi indizi, come ad esempio la collaborazione esistente tra la banca d’affare e il noto exchange di cripto FTX.

Passione cripto per la banca più famosa di New York: un amore a 360 gradi

Come già anticipato, la passione della nota banca d’affari per gli asset digitali non è una novità. Difatti, già il mese scorso la Goldman Sachs aveva concluso con Coinbase, uno dei maggiori exchange cripto in circolazione, un accordo che preveda per la prima volta un prestito garantito interamente da  un collaterale in Bitcoin. In questo modo si procede a grandi passi verso il riconoscimento delle cripto come strumento di garanzia, creando un ulteriore ponte tra la finanza tradizionale e quella decentralizzata.

Infine, non deve essere dimenticato che già lo scorso anno la banca aveva nominato un nuovo responsabile delle risorse digitali, Mathew McDermott, che aveva dichiarato apertamente l’interesse di Goldman Sachs verso la creazione di una propria moneta digitale.

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