Google entra nel mondo delle criptovalute, con EOS

Tempo fa abbiamo visto in maniera approfondita in cosa consistesse la criptovaluta EOS: ovvero quel sistema operativo decentralizzato utile alla realizzazione delle cosiddette “Dapps”, ovvero applicazioni decentralizzate eseguite su una rete (e non su un singolo dispositivo).

Oggi, a conferire ancora maggior prestigio all’ecosistema EOS, arriva forse la realtà più importante: quella di Google, che recentemente ha abbracciato il progetto, diventandone partner attivo.

Google, tramite la sua estensione “cloud”, si è infatti unito alla blockchain di EOS, al fine di divenire un cosiddetto “Block Producer”.

Che cos’è un Block Producer su EOS?

EOS – è bene ricordarlo – utilizza il protocollo di consenso DPoS (Delegated Proof of Stake) e questo accorgimento permette alla community di scegliere coloro che dovranno produrre i blocchi e mantenere integra la rete.

Gli eletti dalla community prendono appunto il nome di “Block Producers”. Ad oggi, su EOS ci sono un totale di 21 BP attivi, più altri “di riserva” qualora qualcuno dovesse avere dei problemi di tempo o di hardware, di modo che la blockchain sia sempre operativa e funzionante.

Le caratteristiche di DPoS includono prevalentemente: 

  • tempi di produzione brevi;
  • alta efficienza; 
  • quasi nessuna possibilità di biforcazione.

Google su Eos

Ad ogni modo Google, con la sua divisione dedicata a Google Cloud, entrerà a breve nella blockchain di EOS, diventando (dopo un probabile plebiscito della community) un BP che metterà al servizio dii EOS la sua sterminata infrastruttura tecnologica, hardware e software.

Inutile sottolineare i progressi che la blockchain di EOS è destinata a fare con un’azienda come Google alle spalle.

Ha commentato questa operazione Allen Day, developer advocate di Google Cloud:

Stiamo iniziando il processo per diventare un candidato produttore di blocchi. Mentre le organizzazioni iniziano a incorporare la tecnologia DLT nelle loro infrastrutture, ci impegniamo a garantire che le informazioni sulle blockchain pubbliche siano archiviate in modo sicuro, disponibili in modo affidabile e accessibili in modo significativo”.

Una volta passata la selezione, Google il compito di Google Cloud sarà quello di fornire un’infrastruttura organizzata secondo precisi parametri:

  • configurazione tecnica ottimale,
  • bassa latenza,
  • piena efficienza dei servizi.

Non nasconde la soddisfazione il creatore di EOS e della società che la segue maggiormente, Block.one, Daniel Larimer:

Google Cloud continuerà a fornire a Block.one la sua infrastruttura a bassa latenza e ad alta disponibilità. Attraverso oracoli sicuri, reporting delle transazioni inter-catena, gestione delle chiavi e validazione full-node ad alta integrità, l’infrastruttura informatica riservata di Google Cloud migliorerà la sicurezza, la scalabilità e la decentralizzazione della tecnologia blockchain”.

Espansione in corso

L’espansione di EOS, ad ogni modo, non si ferma qui: un altro colpaccio di mercato è rappresentato dall’acquisizione di Marty Chavez, CTO e CFO di Goldman Sachs, che è entrato ufficialmente a far parte del direttivo di Block.one al fine di ricoprire la carica di direttore; il suo compito sarà l’occuparsi delle strategie di business e di espansione della rete, al fine di continuare la promozione della blockchain.

C’è pertanto grande ottimismo circa lo sviluppo di EOS e della sua moneta, con il conseguente apprezzamento che, di qui alle prossime settimane, quest’ultima potrebbe avere.

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