Grandi risultati per la banca svizzera che offre servizi cripto

Gli istituti finanziari, nelle ultime settimane, stanno mostrando timide aperture verso la realtà delle criptovalute. Vuoi dal punto di vista giuridico, vuoi dal punto di vista pratico… pare che “banca” e “cripto” non siano più due entità agli antipodi.

Chi ha anticipato i tempi, senza alcun dubbio, è l’istituto svizzero Julius Baer, che già da molti mesi annovera la gestione di asset digitali tra i propri servizi. E le cose vanno a gonfie vele.

Che cos’è Julius Baer?

Julius Baer, noto gruppo svizzero di private banking e gestione patrimoniale, a gennaio 2020 ha lanciato un servizio di trading e custodia degli asset digitali (attraverso una partnership con la startup denominata “Seba”).

L’iniziativa di Seba, è basata sull’ ottenimento di una licenza bancaria e una di commercio di security ottenute dall’Autorità federale svizzera di vigilanza sui mercati finanziari, nota come FINMA, nell’agosto del 2019.

Grazie a tale licenza, Seba e Julius Baer hanno potuto siglare la partnership e iniziare la fornitura di servizi crittografici.

Quali sono i servizi che Julius Baer fornisce ai propri clienti?

La banca offre una serie di servizi incentrati sulle cripto valute, tra cui l’app SEBAwallet, un servizio di e-banking e le carte SEBA, tutti con supporto a cinque principali criptovalute: Bitcoin (BTC), Ether (ETH), Stellar (XLM), Litecoin (LTC) ed Ether Classic (ETC).

Fornisce inoltre agli investitori dei servizi di conversione crypto-crypto e crypto-fiat, e consente di aprire conti di livello enterprise per le società blockchain e i loro impiegati.

Risultati eccellenti nei primi due trimestri

Avendo iniziato la fornitura di asset digitali nello scorso gennaio, Julius Baer ha potuto iniziare a tirare le somme, a luglio 2020, per capire se la mosse fosse stata indovinata.

Il risultato è stato abbastanza sorprendente:

Julius Baer Group ha infatti annunciato in data 20 luglio che negli ultimi due trimestri i suoi profitti sono cresciuti di 524 milioni di dollari. La banca ha probabilmente beneficiato di un aumento dei ricavi da trading negli Stati Uniti ed Europa.

banca cripto

I profitti di Julius Baer sono cresciuti del 34% nella prima metà del 2020: in effetti, questa è esattamente la finestra temporale che coincide alla sopracitata introduzione del servizio di custodia per asset digitali, come Bitcoin (BTC), lanciato appunto a gennaio.

C’è anche da dire che – l’abbiamo visto – la quarantena e l’effetto covid hanno paradossalmente stimolato il trading, generando grande crescita delle revenue da trading. La pandemia e l’introduzione di sussidi statali in molte parti del mondo hanno scatenato un effetto FOMO (Fear Of Missing Out, vale a dire paura di perdere un’occasione irripetibile) nel mercato azionario, causando una ripresa.

L’avevamo detto qualche tempo fa e Julius Bear lo sta confermando: Bitcoin e criptovalute stanno diventando sempre più “beni rifugio” nei quali la gente investe nei momenti di grande difficoltà ed incertezza del mercato, alla pari dell’oro.

Vedremo se l’esempio svizzero (sempre all’avanguardia nelle tematiche bancarie) sarà preso come esempio da qualche banca italiana. Del resto, quanto comodo sarebbe andare in banca a convertire in valuta fiat le nostre cripto?

In ogni caso, vale la pena essere speranzosi: l’arrivo delle monete elettroniche, infatti, è da settimane oggetto di discussione da parte delle nostre autorità. Speriamo sia solo questione di tempo.

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