Gucci sempre più attivo nel Web 3: criptovalute, NFT e metaverso, sono le parole chiave della moda

Gucci è certamente una delle maison d’alta moda più note al Mondo, il fatto che si leghi sempre di più a Bitcoin e compagni è ovviamente una cassa di risonanza notevole.

Con questi ultimi due anni di pandemia, inoltre, lo shopping online è decisamente aumentato, ponendo di fatto le case di moda davanti ad una nuova realtà: il digitale ha delle potenzialità incredibili e devono essere sfruttate, non solo per quanto riguarda acquisti e transazioni, ma anche per ciò che concerne il creare filtri per Instagram o linee dedicate agli avatar di noti video games. La visibilità in questo settore è fondamentale e Gucci non si è certo lasciata sfuggire l’occasione di sperimentare.

Pagamenti in criptovalute accettati anche negli Store Gucci

Da fine maggio di quest’anno Gucci aprirà le porte alle transazioni con cripto asset nei suoi store degli Stati Uniti, con l’intenzione, naturalmente, di estendere poi la possibilità anche al mercato europeo. Per il momento, dunque, la nota casa di moda fiorentina accetterà i pagamenti per mezzo di criptovalute in solo cinque boutique, situate tutte nel Nord America: si tratta di Rodeo Drive a Los Angeles, The Shop at Crystals a Las Vegas, Philipps Plaza ad Atlanta, Gucci Wooster a New York e Miami Design District. Il pagamento sarà reso molto semplice: il cliente riceverà una mail con un link che porta ad un qr code: una volta scansionato il si potrà pagare mediante il proprio cripto wallet. Le criptovalute accettate al momento sono una dozzina: Bitcoin, Bitcoin Cash e Wrapped Bitcoin, Ethereum, Litecoin, Shiba Inu e Dogecoin, oltre a cinque stablecoin legate al dollaro statunitense.

Non solo pagamenti in cripto: per Gucci la blockchain è a 360 gradi

Non è certo la prima casa di moda ad accettare come metodo di pagamento proprio le tanto criticate e al contempo osannate criptovalute. Quello che però la differenzia dalle altre aziende del settore è, probabilmente, il totale coinvolgimento della maison Gucci nel mondo della blockchain e del metaverso, non limitandosi ad implementare solo una o due features del cosiddetto web 3, ma attingendone quanto più possibile, per un desiderio di innovazione e per la consapevolezza dell’importanza vitatale del restare al passo coi tempi. Il marchio del gruppo Kering aveva già ideato, infatti, uno store completamente digitale, chiamato Gucci Vault, ideato dal direttore creativo Alessandro Michele. Inoltre, aveva acquistato anche un terreno su The Sandbox, una sorta di mondo virtuale con una propria economia autonoma. Non vanno poi dimenticate le due collezioni NFT: Supergucci, costituita da cinquecento NFT realizzati da Janky e Guggimon, noti artisti digitali, e Gucci Grail, NFT personalizzati ideati da Alessandro Michele e realizzati dall’artigiano digitale Wagmi-san. Infine, già lo scorso anno erano state create delle collezioni di sneakers digitali pensate per i social network e per il gaming, in modo da poter personalizzare e brandizzare anche il proprio avatar.

La moda ama la blockchain, non c’è più alcun dubbio

Come abbiamo riportato poco sopra, la moda ha preso a due mani dalla tecnologia blockchain, consapevole dell’innovazione tecnologica in atto.

Sono molteplici, infatti, i brand che hanno saputo fare della blockchain, degli NFT e dei Bitcoin dei veri e propri alleati. Qualche mese fa Off White aveva annunciato la possibilità di pagare in alcuni suoi store, tra i quali quello di Milano, con asset digitali, mentre Phillip Plein lo aveva addirittura cominciato a fare già un anno fa. Altre realtà, tra cui Bulgari, Dolce e Gabbana e Louis Vuitton ad esempio, hanno preferito lanciarsi sulla creazione di NFT dedicati, mentre Hublot ha puntato addirittura su di una limited edition acquistabile unicamente con Bitcoin. Ma la blockchain offre anche possibilità di tipo diverso: lo sa bene Prada, che sta sviluppando un nuovo metodo di controllo dell’originalità dei capi. Non solo alta moda, comunque, anche brand commerciali come Zara hanno capito l’importanza e la potenzialità di queste tecnologie: ha, dunque, creato una collezione di capi sia reali che virtuali per Zepeto, un metaverso.

Articolo precedente

Articolo successivo