I cittadini di Shanghai si rivolgono alla blockchain in tempo di lockdown

I residenti di Shanghai, città più grande della Cina con una popolazione di oltre 25 milioni di abitanti, stanno cercando nuovi modi per sfogare la loro frustrazione dovuta alle politiche di tolleranza zero contro il diffondersi della pandemia. Un designer freelance malese di nome Fong che vive a Shanghai il mese scorso ha iniziato a creare illustrazioni satiriche che ritraggono la vita in isolamento, prendendo ispirazione dai manifesti di propaganda dell’era maoista. Le opere d’arte che ne sono derivate includono scene che illustrano le procedure di test PCR, così come le richieste dei residenti di razioni alimentari del governo. “Ho scelto lo stile propagandistico dell’era Mao per questi pezzi perché alcune persone dicono che la situazione di blocco sta portando Shanghai indietro nel tempo“, ha dichiarato a Reuters.

L’idea di una collezione NFT

I poster, creati all’inizio di aprile, possono essere trovati sul mercato NFT OpenSea come raccolta soprannominata “Popaganda”. “In ogni opera d’arte, c’è una storia unica ispirata ad eventi veramente accaduti, e la maggior parte viene condita con un pizzico di umorismo“, si legge nella descrizione della collezione su OpenSea. In un’intervista con Yahoo News, Fong ha affermato che il suo pezzo preferito della collezione sarebbe quello che ha intitolato “Stay Negative”. “È semplice e molto diretto“, ha detto. “Ha un significato nascosto dietro di esso. Dipende da come lo si interpreta in quanto in giornate normali prima del COVID le persone affermavano frequentemente di restare positivi” (qui il gioco di parole). Ad oggi, Fong ha già venduto un totale di dieci articoli della propria serie NFT ad un prezzo medio di 0,1 ETH ciascuno.

shanghai stay negative

La blockchain nella Shangai del lockdown

Anche altri residenti di Shanghai si sono rivolti alla tecnologia blockchain per esprimere il loro malcontento. Il 22 aprile, un video intitolato “The Voice of April” è stato pubblicato su YouTube al culmine delle proteste per il blocco di Shanghai. Esso rappresenta un montaggio video lungo sei minuti di una registrazione di voci di persone che si sentono gridare e piangere dalle loro case. “I cinesi sono indignati e addolorati perché non comprendono come un video registra esclusivamente i fatti (le risorse provengono tutte dai registri delle chiamate o dai video dei cittadini di Shanghai) sia stato bandito“, si legge nella descrizione del video. “Non era contro nessuna legge o regolamento. L’autore non ha nemmeno mostrato le proprie opinioni in merito e le uniche parole che si leggono appaiono nell’ultima parte del video: Vorrei che Shanghai guarisse presto. Nonostante ciò, il video è stato totalmente bandito dalle piattaforme cinesi“.

Un utente cinese nascosto dietro lo pseudonimo di KCPT.GM, in seguito ha twittato che il video era stato trasformato in un NFT ed era dunque disponibile su OpenSea. Ho coniato il video ‘Voice of April’ in un NFT e ne ho congelato i metadati. Così questo video esisterà per sempre sulla IPFS“, ha scritto KCPT.GM (la IPFS , o servizio di condivisione file interplanetaria, è una rete peer-to-peer decentralizzata che esegue il backup di file e siti Web ospitandoli su una moltitudine di nodi diversi).

Governo cinese ed NFT

Mentre l’anno scorso la Cina vietava il trading di criptovalute ed il mining di Bitcoin, continuava comunque a considerare ancora la blockchain una tecnologia promettente, prestando particolare attenzione al settore degli NFT. All’inizio di quest’anno è stato riferito che la Blockchain Services Network (BSN) sostenuta dallo stato centrale stava lavorando su di un’infrastruttura blockchain non pubblica ed autorizzata che avrebbe consentito l’emissione di oggetti da collezione in stile NFT. La piattaforma, tuttavia, non supporta NFT creati su reti blockchain pubbliche come Ethereum e Solana, e non accetta pagamenti in criptovaluta. Essa in effetti accetterà esclusivamente lo yuan cinese per pagare gli oggetti da collezione (e le commissioni della piattaforma), il tutto sotto l’occhio vigile del partito comunista cinese.

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