I dieci paesi al mondo che più utilizzano la blockchain

La tecnologia blockchain, lo sappiamo, ormai è dilagante. Il registro decentrato, infatti, è pedissequamente ormai utilizzato nell’economia, nella finanza, nella comunicazione, nel gioco e in svariate altre tipologie applicative, dimostrando ormai come questa tecnologia sia ormai parte integrante della tecnologia globale.

A questo proposito, risulta interessante l’ultimo report dell’azienda PWC  (acronimo di PricewaterhouseCoopers ), noto network multinazionale di imprese di servizi professionali che fornisce servizi di consulenza di direzione e strategica, revisione di bilancio e consulenza legale e fiscale.

Tale report, infatti, verte sui primi 10 paesi al mondo che più hanno integrato la blockchain nel loro tessuto sociale.

Andiamo a conoscerli.

Giappone

Il Giappone si attesta in prima posizione tra i paesi che adottano la tecnologia blockchain.  Del resto, il mining qui era iniziato già quando Bitcoin aveva un valore irrilevante.

Nell’aprile 2017, il governo di Tokyo ha approvato una legge che considera Bitcoin una valuta legale. Inoltre, come indicato dalla Japanese Financial Services Agency (FSA), oltre 3,5 milioni di persone scambiano normalmente criptovalute e accettano l’asset digitale come fosse un asset reale.

Cina

Il governo cinese, lo sappiamo, sta attuando politiche di grande contrasto a mining e criptovalute: tuttavia, la blockchain rimane uno dei fiori all’occhiello di Shangai, dal momento che sta moltiplicando gli usi delle reti distribuite con l’introduzione di un quadro industriale blockchain avanzato, poiché la nazione spera di consolidare la tecnologia nelle sue strategie finanziarie e di crescita.

Libano

Dopo anni di grandi problemi bancari, Beirut ha promulgato una norma che possa spingere i cittadini a non conservare in casa il denaro come sta avvenendo, superare la sfiducia nelle banche e trovare una via di mezzo tramite blockchain e monete elettroniche, tramite un progetto di CDBC (Central Bank Digital Currency).

Svizzera

Berna, lo sappiamo, è sempre stata un’eccellenza bancaria mondiale. A poco a poco, il governo centrale per non perdere questa leadership sta espandendo i propri servizi anche nel settore di blockchain e criptovalute, e addirittura il Parlamento si è espresso positivamente nei confronti di Bitcoin.

Sud Africa

Nel 2018, la SARB (South African Reserve Bank) ha avviato un progetto basato su Blockchain di grande successo, denominato “Khoka”.  In seguito, ha diffuso un token relativo al medesimo progetto  per gestire le operazioni interbancarie (nel contesto di una criptovaluta che per certi versi ricorda Ripple).

Regno Unito

Tante, tantissime le attività nel Regno Unito che si basano sulla blockchain. Dal 2016, infatti, il governo centrale ha varato una serie di accorgimenti accompagnati dal registro decentrato, come il BaaS (Blockchain-as-a-service) , utilizzato per compensare i prestiti degli studenti e gli assegni sociali, oltre che per regolare correttamente il flusso delle pensioni.

Bahamas

Nel 2017, la Banca centrale delle Bahamas ha istituito un CBDC denominato “Sand Dollar” con l’intento di rinnovare e appianare il quadro finanziario, ridurre i costi di trasporto dei servizi e aumentare l’efficienza delle transazioni nel paese.

Nell’ottobre del 2020, il Sand Dollar si è trasformato nella primissima valuta digitale della banca centrale a superare efficacemente la fase pilota e compiere un lancio ufficiale. La Banca Centrale ha poi dichiarato che il Sand Dollar potrebbe presto raggiungere la piena interoperabilità tra i suoi diversi portafogli.

Singapore

A Singapore vi è un protocollo piuttosto “friendly” per le aziende che vogliono utilizzare la blockchain, tanto da prevedere degli organismi di supporto che incentivano l’uso del registro decentrato. Questo fa sì che moltissime aziende la utilizzino e molte altre siano addirittura spinte a farlo.

Stati Uniti

USA che non potevano non essere in classifica: il paese infatti crede moltissimo su questa nuova tecnologia. Basti pensare che quasi il 40%   dell’industria delle startup blockchain mondiali si trovano negli Stati Uniti.

 Secondo un rapporto recente, il governo federale degli Stati Uniti prevede di espandere gli investimenti nello sviluppo di blockchain dieci volte di più rispetto a quanto avviene al momento. Inizialmente, nel 2017, la misura della spesa per lo sviluppo della blockchain era di 10,7 milioni di dollari, ma ora si prevede un incremento a 123,5 milioni di dollari entro la fine del 2021.

Estonia

L’Estonia è ricordata, nell’ambiente crittografico, per essere stata la prima nazione a istituire una politica di residenza elettronica basata su blockchain.

Tallin, oggi, è sinonimo di società digitale che impiega nuovi progressi per trarre profitto dall’economia e dai suoi cittadini. Sta progettando di eseguire blockchain nella governance, nei servizi medici, nei servizi bancari. In giro per il paese, poi, non è raro imbattersi in ATM che offrono Bitcoin.

L’Estonia è stata anche la prima nazione a istituire il voto elettronico, attraverso una tecnologia che sfrutta proprio la blockchain.

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