Il partito di Navalny ha incassato diversi milioni in Bitcoin

L’opposizione russa a Putin, guidata da Alexei Navalny, ha ricevuto ben 658 Bitcoin in donazioni negli ultimi cinque anni. Lo scopo di tali versamenti è legato all’organizzazione di una solida campagna elettorale che possa contrastare lo “Zar” in carica. Oggi una simile somma di criptovaluta vale ormai più di 30 milioni di dollari, e secondo alcuni analisti politici tali forme di versamento forniscono un forte sostegno agli attivisti russi pro democrazia, e più in generale, rimangono uno strumento davvero utile al contrasto di quei governi maggiormente autoritari. Dopotutto i governi avranno anche il controllo totale dei rispettivi sistemi bancari, ma non potranno mai controllare anche l’emissione di Bitcoin.

Va comunque evidenziato che gran parte di quelle centinaia di Bitcoin donati è stata “spostata verso altri portafogli” ben prima di oggi, e ciò lascia supporre che potrebbe essere già stata spesa in date antecedenti al cambio odierno, e dunque per valori nominali inferiori a quelli che conosciamo.

I Bitcoin ricevuti dal partito russo di Navalny

Navalny, leader dell’opposizione russa, dopo essere stato avvelenato in Siberia lo scorso agosto, ha subito incolpato il premier in carica Vladimir Putin (con netta smentita da parte del Cremlino). Dopo che Navalny ha trascorso cinque mesi ricoverato in un ospedale tedesco, il governo russo lo ha subito arrestato al suo ritorno in Russia il 17 gennaio, provocando forti proteste nel paese che ne chiedevano il rilascio.

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Proteste in Russia dello scorso gennaio

Dal suo arresto, il portafoglio Bitcoin collegato al partito ha incrementato il flusso di donazioni in entrata, come rilevato per la prima volta dal sito web di criptovaluta Protos e riportato da Reuters. Un sostenitore ha addirittura donato un intero BTC il giorno immediatamente seguente al ritorno di Navalny. 

In neanche un mese e mezzo, i sostenitori hanno inviato a tale portafoglio più di sei Bitcoin, che oggi valgono circa 300 mila dollari al cambio. Secondo Gladstein (che guida il fondo della Human Rights Foundation per lo sviluppo open-source di Bitcoin) l’aumento delle donazioni di Bitcoin riflette sia il crescente interesse generale per le criptovalute che il tasso di “oltraggiosità delle azioni di Putin”, riferendosi all’avvelenamento con successiva detenzione in carcere.

Russia e Bitcoin

L’impennata delle donazioni di Bitcoin segue anche una recente liberalizzazione delle criptovalute in Russia: dal primo gennaio le criptovalute sono infatti legalmente scambiabili ma non possono essere utilizzate come valuta vera e propria. Nonostante la recente liberalizzazione, il governo russo ha infatti perseguito una politica particolarmente dura sulle criptovalute che prevedeva addirittura pene detentive per i possessori di criptovalute. In effetti la crittografia rappresenta una minaccia per lo status quo.

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Putin aveva incontrato Vitalik Buterin nel 2017, e per alcuni vi è stata come la sensazione che la Russia avrebbe potuto fare le cose in grande nel settore cripto, ma ad oggi niente di tutto ciò è ancora successo. La scorsa settimana, il padre di Vitalik Buterin ha dichiarato che Putin incarna il KGB, e che tali individui hanno torturato ed ucciso milioni di russi e ucraini.

Attivismo e criptovalute

A differenza di molti altri governi autoritari quali il Venezuela o l’Iran, dove le criptovalute sono viste come un modo per eludere le sanzioni internazionali, il governo russo le tratta come una vera e propria minaccia secondo gli analisti. Per la classe politica relativamente anziana presente in Russia, composta di alti funzionari in carica fin dagli anni ’90, tali strumenti sono più un intralcio che un’opportunità di apertura al futuro. Ciò potrebbe anche comportare che l’utilizzo di Bitcoin da parte degli attivisti significherebbe stare un passo avanti rispetto alle controparti governative.

Gli attivisti per i diritti umani dovrebbero imparare a usare Bitcoin prima che lo facciano i loro governi secondo Gladstein, e se Navalny diventerà mai il presidente russo, sarà interessante osservare se il suo governo abbraccerà o meno la criptovaluta che di questi tempi gli è stata di grande aiuto.

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