Il servizio postale americano elabora un voto con blockchain

È decisamente un momento precario per il servizio postale degli Stati Uniti d’America (USPS). Sotto la guida del nuovo direttore delle poste (il generale Louis DeJoy) l’agenzia governativa indipendente ha implementato drastiche misure di riduzione dei costi che probabilmente rallenteranno il servizio postale nei mesi a venire.

Eppure per le elezioni presidenziali di questo novembre, che si svolgeranno durante una pandemia, il voto effettuato per corrispondenza si rivelerà fondamentale per molti americani. Ad ogni modo, Trump ha ripetutamente inveito contro l’idea del voto per corrispondenza, definendolo un processo pieno di potenziali frodi … nonostante i suoi positivi trascorsi personali avuti col voto per corrispondenza che l’hanno portato all’elezione nel 2016, e della recente specifica richiesta effettuata proprio quest’anno di un voto favorevole alla propria campagna da coloro che voteranno via sistema postale.

Possibili migliorie al voto postale

Una soluzione per un sistema di votazione mail-in sicuro può venire proprio dalla (a noi ormai nota) tecnologia blockchain. Questa settimana, l’US Patent and Trademark Office ha pubblicato un’istanza di brevetto originariamente depositata il 7 febbraio, la quale delinea i potenziali sistemi di voto per posta che potrebbero essere supportati e protetti dalla tecnologia blockchain.

In una delle implementazioni considerate, l’elettore riceverebbe una scheda elettorale cartacea sulla quale risulterebbe stampato un codice individualizzato e leggibile dal computer. L’elettore potrebbe quindi scansionare quel codice con un dispositivo mobile, verificare la sua identità, ed inviare la scheda in formato digitale. Questo sistema separerebbe l’ID dell’elettore dal voto effettivo così da garantirne l’anonimato, ed al contempo memorizzare i voti sulla blockchain.

Nel complesso, la domanda di brevetto si legge come una sessione di brainstorming, con molte opzioni possibili elencate su come la tecnologia blockchain e gli elementi digitali potrebbero essere utilizzati. In breve: l’USPS vede del potenziale in un sistema di votazione per posta supportato da blockchain, ma non sembra del tutto pronto a metterlo concretamente in funzione.

Ciò non placherà le polemiche su presunte frodi delle prossime elezioni, ma indica comunque la volontà di tracciare un sentiero più trasparente per il futuro del voto americano.

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Possibili problemi del voto con blockchain

I sistemi di voto basati su blockchain hanno guadagnato molta più attenzione dopo questa pandemia, ma c’è probabilmente ancora molta strada da fare prima che qualsiasi sistema sia abbastanza sicuro da essere utilizzato su ampia scala.

Ci sono infatti due problemi principali ancora da risolvere con le app di voto su blockchain: gestire le identità e preservare la privacy del voto. Poiché i voti registrati sulla blockchain sono registrati per sempre, chiunque detenga entrambi i set di dati può tentare un riferimento incrociato dei dati allo scopo di capire chi ha votato cosa. Anche se i dati sono oggi crittografati, una nuova generazione di computer potrebbe essere in grado di decifrare gli attuali algoritmi in un futuro che non è troppo lontano.

Inoltre uno dei problemi principali, è che questi “progetti pilota” non sono open source, quindi non si possono conoscere eventuali vulnerabilità specifiche. Data la natura open source della blockchain, e dei suoi registri visualizzabili pubblicamente, in questo modo ne viene vanificato lo scopo ed ostacolato il progresso che si potrebbe fare in questo campo. 

Anche se un sistema di voto basato su blockchain potrebbe funzionare, ciò non significa che l’app in cui verrebbe integrato, o il server su cui è ospitata la stessa, o ancora il governo che la sta implementando, siano a loro volta affidabili e sicuri. Malware, tentativi di phishing, attacchi “denial of service” sono problemi attualissimi ed irrisolti della blockchain.

Al di là degli ostacoli tecnici e dei dubbi sul fatto che un framework basato su blockchain sarebbe sicuro, alcuni esperti del settore credono che una tale mossa potrebbe rivelarsi uno shock per il sistema elettorale.

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