Il Venezuela lancia una “Borsa Valori Decentralizzata” globale

Nonostante la situazione politica ed economica risulti particolarmente complessa e discussa, il Venezuela resta – in ambito criptovalute – un importante banco di prova per un futuro sviluppo della tecnologia.

Infatti, dopo l’adozione di una moneta elettronica dedicata, con la quale i cittadini possono interfacciarsi col governo senza soffrire l’inflazione, l’ultima novità in ordine di tempo è l’imminente lancio di una borsa valori decentralizzata. Che, ovviamente, avrà una certa “appetibilità” da parte degli operatori di tutto il mondo.

Una borsa valori decentralizzata

Ma andiamo con ordine. Uno degli organismi venezuelani maggiormente importanti, denominato “National Securities Superintendency” ha recentemente dato il via libera ad una sorta di “progetto pilota” della durata di 90 giorni per la realizzazione di una “borsa decentralizzata” che punta a diffondersi in tutto il mondo nonostante le sanzioni internazionali che attualmente gravano sul paese centroamericano.

Come funziona la borsa decentralizzata Venezuelana?

La piattaforma prenderà il nome di BDVE: il relativo sito web sostiene che questa sia la prima borsa valori decentralizzata globale al mondo, ed evidenzia come gli utenti potranno accedervi da ogni parte del mondo, senza restrizioni. Su BDVE saranno scambiate sia valute fiat che asset digitali alternativi.

La BDVE viene stata descritta come un segmento nuovo e innovativo del mercato azionario. L’ utilizzo di avanzate tecnologie della comunicazione e dell’informazione  forniranno una forte sicurezza agli investitori e daranno loro il controllo sulle attività finanziarie.

Una fase di test

Come accennato in precedenza, l’organismo che tutela la sicurezza finanziaria del paese (National Securities Superintendency, appunto)  ha concesso al nascente exchange il permesso di condurre test per i prossimi 90 giorni, durante i quali la piattaforma sarà attentamente monitorata. A seconda delle sue prestazioni, l’autorità locale per i titoli potrebbe decidere di concederle una licenza per continuare a fare trading.

Una borsa Ethereum-centrica?

Il vademecum della piattaforma pubblicato in rete spiega chiaramente che tra i titoli scambiati vi saranno anche token della tipologia ERC-223 ed ERC-721, oltre a un terzo token denominato “componibile”. Sebbene il documento non contenga la parola Ethereum, queste specifiche tecniche fanno chiaramente riferimento ai noti standard per la scrittura dei token Ethereum (ETH): ciò potrebbe implicare che la piattaforma sia stata costruita sulla celebre blockchain di ETH.

E il Petro?

Questo è un dettaglio interessante, dal momento che in rete – parlando del nascituro BDVE – non viene, per ora, nominato il Petro, ovvero la celebre criptovaluta che il Presidente Maduro ha più volte provato ad imporre ai propri cittadini nell’ottica di andare a sostituire la moneta FIAT venezuelana.

E’ una sorpresa, dal momento che si pensava che un Exchange decentralizzato venezuelano potesse in qualche modo “sponsorizzare” l’adozione della moneta presidenziale.

Maduro che, nel frattempo, non ha ancora preso una posizione ufficiale sul BDVE, ma ha annunciato un nuovo disegno di legge contro le sanzioni imposte dagli Stati Uniti al Venezuela, che consentirà ai cittadini –pare- di poterle legalmente aggirare. Tale disegno di legge, infatti, contempla l’uso delle criptovalute, sulle quali il Presidente non ha mai smesso di credere:

“Il disegno di legge anti-sanzioni è la prima proposta […] per rafforzare l’uso del Petro e di altre criptovalute, nazionali ed internazionali, nel commercio domestico ed estero, in modo che possano essere utilizzate tutte le criptovalute del mondo, pubbliche e private. Questo è un progetto importante che è in fase di sviluppo.”

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