In arrivo lo yuan digitale: potrà coesistere con Bitcoin?

Abbiamo visto, negli ultimi mesi, come si stia avvicinando sempre più il momento del lancio ufficiale dell’attesissimo yuan digitale cinese: sembrano infatti essere finite i periodi di prova, che hanno dato buoni risultati agli enti promotori.

Lo yuan digitale, infatti, è pensato per andare progressivamente a sostituire la moneta fiat, ovvero nei fatti vorrebbe togliere dalla circolazione monete e banconote, delegando unicamente smartphone e carte di credito alla circolazione monetaria.

La cripto-community guarda con attenzione a Pechino, e recentemente molti si sono chiesti se vi sia una correlazione tra yuan digitale e Bitcoin, temendo che possano concorrere l’un l’altra.

Che cos’è lo yuan digitale?

Negli scorsi mesi, la Cina ha deputato un’intera regione a utilizzare, a fianco di monete e banconote, il proprio yuan digitale, ovvero una versione unicamente elettronica della propria valuta di Stato, per tentare di vedere quale fosse l’impatto sulla propria economia.

I risultati sembrano essere stati molto promettenti, dal momento che pare vi siano state, in pochi mesi, transazioni per oltre 300 milioni nella principale città in cui è stato lanciato.

Questo risultato è stato appreso con grande entusiasmo dal Governo Xi Jinping , che non ha mai nascosto di ritenerlo uno strumento utile a spodestare il dollaro come prima moneta di riferimento mondiale.

Quali sono i punti in comune tra Bitcoin e yuan digitale?

Molti si chiedono, quindi, se all’entrata in vigore dello yuan digitale (che dovrebbe essere imminente) possa corrispondere un effetto sul valore di Bitcoin, dal momento che si parla di due valute elettroniche all’apparenza simili.

In effetti, ambo le monete si basano sulla tecnologia blockchain, che ne certifica la solidità e le transazioni. Tuttavia, le analogie non sono molte altre.

Lo yuan digitale, infatti, non potrà essere ritenuta una vera e propria criptovaluta, dal momento che la caratteristica principale delle cripto è costituita dalla loro decentralizzazione e indipendenza da un ente regolatore centrale. In Cina, invece, il governo ha le idee ben chiare, volendo controllare in ogni modo la diffusione della propria moneta elettronica, regolandone emissione e controllando le transazioni.

Altro aspetto discordante, poi, sarà relativo probabilmente alla cosiddetta “riserva di valore”: se Bitcoin, in modo particolare a partire dal caotico 2020, ha iniziato a soppiantare l’oro come “bene rifugio”, e molti utenti ancora a lungo lo considereranno tale, lo yuan digitale altro non sarà che una valuta di stato, molto più capillarmente diffusa, circostanza che non suggerisce una conservazione passiva nei portafogli elettronici (dato che il valore difficilmente potrebbe subire variazioni significative nel tempo).

Per questi motivi, conseguentemente, sarà difficile che lo yuan digitale possa subire violenti deprezzamenti (o apprezzamenti) in stile Bitcoin: Pechino, infatti, avrà tutto l’interesse a far sì che il prezzo rimanga il più stabile possibile.

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Bitcoin beneficia dello yuan digitale?

Addirittura, qualcuno teorizza che Bitcoin possa trarre un vantaggio dall’introduzione dello yuan digitale.

Il vertiginoso aumento di Bitcoin registrato a cavallo tra fine 2020 e inizio 2021, infatti, è corrispondente all’inizio della fase cinese di introduzione della loro valuta elettronica. Molti si chiedono se non sia solo un caso, dal momento che molti utenti cinesi, avrebbero acquistato fior di BTC per cautelarsi prima dell’introduzione dello yuan elettronico.

Possedendo Bitcoin, infatti, molti cinesi potrebbero non solo da una parte avere un bene di valore, ma dall’altra poter riuscire a commerciare lontano dagli occhi di controllo governativi.

Vedremo che accadrà nel 2021: di certo, yuan digitale e Bitcoin possono coesistere senza alcun problema.

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