La Proof of Stake crea centralizzazione in Ethereum?

Con il passaggio dal proof of work al proof of stake il mese scorso, Ethereum ora si affida ai validatori, e non più ai minatori, per aggiungere nuove transazioni alla rete, e questo viene spesso definito come un problema di centralizzazione in Ethereum. Quei validatori decidono quali transazioni vanno in ciascun blocco e in quale ordine. Sebbene ciò abbia già ridotto del 99,99% il consumo di energia della rete, significa anche che gran parte dell’ETH che protegge la rete è affidata ad entità centralizzate.

centralizzazione in ethereum grafico

Perché la centralizzazione in Ethreum può essere un problema

Ciò è contrario a tutte le ragioni per cui Ethereum è stato creato in origine, affermano i critici della forma di consenso PoS. Le reti blockchain in effetti non dovrebbero esistere per i capricci di potenti entità centrali. Ma la questione della centralizzazione degli ETH diventa ancora più tesa in quanto non tutti i grandi validatori centralizzati hanno escluso l’omissione di alcune transazioni al fine di rimanere conformi alle sanzioni dell’Office of Foreign Asset Control (OFAC).

Ad esempio, alcuni di essi potrebbero evitare di elaborare i fondi inviati a, o da, indirizzi di portafoglio Tornado Cash sanzionati dall’OFAC. L’intera questione è resa ancora più complessa dal fatto che Coinbase sta attualmente finanziando una causa contro il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti e l’OFAC.

Centralizzazione in Ethereum e finalità

Nel modo in cui ora funziona Ethereum, ogni validatore che aggiunge un nuovo blocco di dati alla catena può anche scegliere quali transazioni vanno in quel blocco. Quindi è possibile che un validatore possa escludere determinati tipi di transazioni. Potrebbe addirittura succedere che riordinino le transazioni ai fini dell’arbitraggio o della liquidazione.

Quando un blocco viene proposto da un validatore, deve poi essere attestato da un comitato di validatori, almeno 128. Quel minimo di 128 presupporrebbe che alcuni validatori cattivi non possano prevalere sulla volontà di quelli buoni“, ha dichiarato Dave Schwed , direttore operativo della società di sicurezza crittografica Halborn. “C’è inoltre un altro concetto chiamato finalità, che richiede una maggioranza di due terzi per votare su un blocco di checkpoint ogni 32 slot. Una volta che il voto avviene, il risultato diviene finalizzato ed immutabile“.

I validatori che si trovano ad agire in modo dannoso verranno in tale maniera tagliati dal consenso. Questo è già successo a 215 validatori, non più di due settimane fa, secondo BeaconScan, un sito gestito da Etherscan per tracciare la rete post upgrade.

L’aggiornamento Shanghai

Va infine detto che la maggioranza centralizzata di Coinbase e di altri exchange probabilmente inizierà a perdere il proprio dominio una volta che l’ETH in staking potrà essere ritirato dalla rete. Al momento, l’ETH in staking non può ancora essere riscattato, ma è programmato che cambierà con l’upgrade denominato Shanghai, ossia il prossimo aggiornamento della rete.

L’aggiornamento non è stato ufficialmente programmato, ma gli sviluppatori principali di Ethereum hanno affermato che si aspettano accada entro il prossimo anno.

Buxton ha affermato “Penso che gli utenti con fondi bloccati nei servizi di staking di ETH probabilmente si tireranno indietro quando tali depositi potranno essere sbloccati perché i tassi di interesse non sono molto interessanti al momento”. Venerdì, secondo Staking Rewards, offrivano pool con rendimenti del 4,7%. Nel frattempo, gli utenti di Ethereum possono però ottenere un rendimento del 5-6% depositando i propri ETH su piattaforme di prestito quali ad esempio Nexo o protocolli come Cake Defi, secondo quanto riporta DeFi Rate.

Anche se ciò significa che l’ETH che protegge la rete è divenuto per ora più centralizzato, non pensiamo che scoraggerà gli sviluppatori dal continuare a costruire effettivamente su Ethereum. Il decentramento di una rete è in effetti una misura secondaria da questo punto di vista.

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