La SEC americana effettua accertamenti su Ripple

Dopo le entusiasmanti notizie arrivate da Bitcoin, che nelle ultime ore ha infranto progressivamente record su record, prospettando un 2021 estremamente favorevole per sé stesso e per le criptovalute più in generale, una notizia negativa sta scuotendo il mondo crittografico nelle ultime ore di questo pazzo 2020.

Si tratta di Ripple: la cripto moneta salita alla ribalta negli ultimi anni per la sua grande funzionalità in termini di scambi valute e invii di denaro verso l’estero, notevolmente utilizzata dagli istituti finanziari, è nell’occhio del ciclone per via di una causa partita dalla SEC americana.

L’azione della SEC su Ripple

La SEC – ente federale statunitense preposto al controllo e alla vigilanza della Borsa americana – nell’ultima settimana dell’anno ha infatti citato in giudizio Ripple, sostenendo che quest’ultima abbia  violato le norme che vietano la vendita di titoli non registrati.

Sotto la lente della SEC vi sarebbero gli 1,3 miliardi di dollari incassati dalla fintech Ripple tramite XRP oltre ai circa 600 milioni di dollari che il CEO Brian Garlinghouse e il cofondatore Christian Larsen si sarebbero assicurati con la vendita dei propri gettoni.

La SEC, nella persona del suo presidente Jay Clayton, ritiene che Ripple dovesse sottostare a tutte le norme valide per i titoli presenti nei mercati finaziari; del resto, la fintech Ripple ha sempre considerato il suo prodotto al pari di una moneta vera e propria, pertanto a molti la rimostranza SEC (che vorrebbe inquadrare XRP nei classici regolamenti di Borsa) è sembrata corretta.

Il comunicato SEC recita:

“Affermiamo che Ripple, Larsen e Garlinghouse non abbiano registrato la loro offerta in corso e la vendita di miliardi di XRP agli investitori al dettaglio, il che ha privato i potenziali acquirenti di informazioni adeguate su XRP e sulle attività di Ripple e su altre importanti protezioni di lunga data che sono fondamentali per il nostro solido sistema di mercato pubblico “.

Le conseguenze sulla moneta

Naturalmente, ora la palla passa ai vertici di Ripple, che dovranno trovare il modo di difendere legalmente il proprio prodotto ed adempiere eventualmente alle normative che verranno indicate.

Il mercato, tuttavia, come spesso accade ha reagito di pancia, registrando un grosso calo percentuale di XRP, concomitante con alcuni degli Exchange che – almeno momentaneamente – hanno deciso di non scambiare più Ripple fin tanto che la situazione non si sia un po’ normalizzata.

Nello specifico, Crypto.com infatti ha annunciato che il 19 gennaio 2021 alle 10:00 UTC, XRP verrà rimosso dalla lista e le negoziazioni sospese dalla sua app negli Stati Uniti; OKCoin sospenderà le negoziazioni il 4 gennaio.

Mentre Binance per ora resta operativo su XRP, Coinbase ha annunciato una parziale sospensione solo del trading al 19 di gennaio, assicurando però di garantire la piena funzionalità dei portafogli Ripple per deposito e prelievo.

XRP, la moneta di Ripple, dal valore di 0,3$ è passata in 24 ore a valere 0,19$ (dopo che nel mese di dicembre aveva aperto addirittura a 0,6$): tuttavia, la storia ci insegna che dietro alle emergenze finanziarie si nascondo spesso delle opportunità: vedremo se sarà così anche per Ripple, che al momento è chiamata a rispondere alle accuse.

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