L’IRS americana mette una taglia su Monero

Alcune tra le caratteristiche più importanti delle criptovalute, o meglio, tra le caratteristiche che rendono interessante una criptovaluta, sono molte: decentralizzazione, diffusione globale, anonimato sono forse le più gettonate ed apprezzate.

Ed è proprio su quest’ultima caratteristica che i programmatori di alcune cripto si sono concentrati, cercando di ottimizzarla al massimo.

In un caso particolare, con Monero, la privacy raggiunge livelli incredibilmente alti, soddisfacendo l’esigenza di molti utenti.

Peccato che all’IRS statunitense, questo non sia andato molto a genio, tanto da aver offerto una sorta di “taglia” a chi potrà violare il codice di sicurezza Monero.

Ma andiamo con ordine.

Che cos’è l’IRS?

IRS sta per Internal Revenue Service, ed è l’agenzia governativa che dal 1862 è deputata alla riscossione dei tributi all’interno del sistema tributario degli Stati Uniti d’America.

Tra i suoi compiti vi è quello di fornire assistenza fiscale ai contribuenti, e il perseguire e risolvere i casi di dichiarazioni dei redditi errate o fraudolente. 

Tutta la macchina fiscale americana si muove grazie alle decisioni dell’IRS, che garantisce allo Stato un’entrata annuale di oltre 3,4 trilioni di dollari.

L’attacco a Monero

Partendo dal presupposto che Monero, molto più di Bitcoin, per l’elevatissima privacy di cui gode, sta diventando sempre più utilizzata per scopi non leciti (tra cui, probabilmente, pagamenti che sfuggono al controllo del fisco americano), l’IRS – in un recente comunicato- ha lanciato un vero e proprio contest che mette in palio qualcosa come 625 mila dollari per coloro che riusciranno a trovare il modo di tracciare la blockchain di Monero e Lightning Network.

Lightning Network che rappresenta una soluzione che permette di effettuare transazioni sia in modo molto più veloce che molto più sicuro rispetto dal punto di vista della privacy.

In poche parole, l’IRS cerca un hacker che riesca a contrastare la complessa crittografia di Monero.

La scalata al milione (anzi, ai 625 mila)

La prospettiva dell’IRS è quella di voler lottare contro la criminalità.

I programmatori che vorranno tentare di conquistare il milione di dollari (in quello che sembra la ri-edizione di un noto programma televisivo) dovranno proporre un modello chiamato PoC (acronimo di Proof of Concept), ovvero una dimostrazione pratica tramite un software che evidenzi come scardinare la complessa blockchain di Monero.

Se questa fase avrà successo, l’artefice del PoC riceverà un compenso pari a 500 mila dollari.

Successivamente vi sarà una seconda fase, chiamata “fase test”, che vedrà l’impiego dei software precedentemente presentati. Per questa fase, l’autore percepirà ulteriori 125 mila dollari.

Tutte le proposte sono attese dal massimo ente di controllo fiscale entro il 16 settembre, dopo il quale partirà il periodo di valutazione (e di eventuale erogazione del premio).

L’annoso misunderstanding sulle criptovalute

“Beh, se Monero è utilizzato per scopi illegali, quella dell’IRS è una buona cosa”.

Non si faccia l’errore di fare una considerazione del genere, amenochè non si sia alle primissime armi con le criptovalute: non si deve pensare che Monero sia una moneta deputata unicamente ad atti criminali; semmai bisogna pensare che sono le valute FIAT quelle maggiormente –e ovviamente – preposte ad atti fuorilegge; pertanto, ben vengano misure atte a contrastare gli illeciti, ma solo se accompagnate da misure che riducano l’impatto illegale anche nelle monete come dollaro o euro.

Del resto, questa iniziativa dell’IRS avrà giocoforza un impatto negativo sulle transazioni effettuate con Monero da parte della gente comune, che magari non compie nulla di illecito.

Staremo a vedere come risponderanno i programmatori che si occupano della blockchain di Monero, nel frattempo la sfida è lanciata.

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