Pagamenti elettronici: Italia indietro, ma si può migliorare

In tempi di Covid, in cui mascherine e distanziamento sociale risultano essere le uniche due difese in attesa di vaccino e cure efficaci, nel mondo è stata un po’ “riscoperta” l’importanza dei pagamenti cashless, ovvero tramite carta di credito o sistemi di pagamento online (come PayPal, bonifici, Satispay o strumenti simili).

Risulta pertanto interessante la statistica pubblicata da Community Cashless Society, una piattaforma di controllo per la diffusione dei pagamenti elettronici in Italia.

Italia e pagamenti elettronici

Il risultato, per il nostro paese, non è però dei migliori. L’Italia è infatti la sestultima fra i paesi europei per utilizzo di strumenti di pagamento cashless.

Secondo l’ultimo rapporto della già citata Community Cashless Society, infatti, proseguendo un trend di crescita decennale, il contante in circolazione nel 2019 ha raggiunto i 208,4 miliardi di Euro, un valore che continua a crescere anno dopo anno dal 2008 (in cui il valore era pari a 127,9 miliardi di Euro).  I tre maggiori ostacoli per consumatori italiani sarebbero la paura di possibili frodi, la difficoltà di accettazione per gli esercenti e i costi di utilizzo. ⁣

Nel confronto internazionale, l’Italia si mantiene tra le economie mondiali in cui l’incidenza del contante sul PIL è tra le più alte. Su 95 economie mondiali analizzate dal Cash Intensity Index (CII), il nostro Paese è, infatti, tra le 30 peggiori economie al mondo per cash intensity, posizionandosi al 28° posto, in peggioramento rispetto all’edizione 2019 dell’indice in cui l’Italia era al 31° posto.

Per aumentare il livello di sicurezza dei pagamenti online, entro il 30 dicembre 2020 le banche e il mercato dovranno terminare l’adeguamento alla seconda direttiva europea sui servizi di pagamento, la cosiddetta “PSD2”. Username e password non saranno più sufficienti per l’accesso ai conti online o per eseguire un pagamento, ma saranno obbligatoriamente affiancate da almeno un altro strumento di autentificazione come l’impronta digitale. ⁣

Secondo l’analisi effettuata dal pull di ricercatori denominato “Tortuga”, la sfida per gli operatori sarà quella di garantire ai pagamenti digitali un livello di sicurezza superiore senza compromettere la facilità d’uso per l’utente. La PSD2 porta anche una altra innovazione: l’introduzione della piattaforma PagoPa che le amministrazioni pubbliche saranno obbligate a utilizzare per quasi tutte le riscossioni. ⁣

Per ridurre le difficoltà di accettazione dei pagamenti cashless da parte degli esercenti, infine, dovrebbe essere pronto a breve un protocollo per garantire loro zero commissioni sui micro-pagamenti con le carte fino ai 5 euro. ⁣

 Il cashback promesso dal Governo


Il 1° dicembre parte il Piano Italia Cashless promosso dal Governo, denominato “Super Cashback” che punta a incentivare i pagamenti elettronici attraverso un rimborso del 10% della spesa effettuata con moneta elettronica, nei metodi sopracitati. Il tetto massimo di spesa fissato –per concorrere al cashback- è pari a 3 mila euro,  pertanto il rimborso massimo possibile arriva a 300 euro. In prima battuta, il governo aveva previsto di restituire agli utenti solo una frazione delle spese, ovvero quelle corrispondenti ai pagamenti considerati a maggior rischio evasione. In seguito, però, il cashback è stato esteso a qualsiasi acquisto, purché questo venga effettuato di persona, in negozio, evitando l’uso del contante. Non fanno parte del programma cashback, quindi, gli acquisti online.

L’aumento dei pagamenti tracciati potrebbe rappresentare un passo importante, anche se non risolutivo, nella lotta all’evasione fiscale. Affinché questo passo sia efficace, però, è necessario garantire minori costi per gli esercenti.⁣

La speranza è che i cittadini italiani si convincano ad intravedere – nei pagamenti cashless – un’opportunità. Speriamo che la crisi covid – paradossalmente – contribuisca a questo processo di ammodernamento finanziario.

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