Pochi giorni al debutto dello Yuan digitale

Avevamo visto, lo scorso anno, come le autorità finanziarie e governative cinesi stessero preparando il lancio dello Yuan Digitale. Il debutto dell’attesissima moneta elettronica avverrà in concomitanza con lo svolgimento delle Olimpiadi invernali di Pechino, in programma tra il 4 ed il 20 febbraio prossimi.

Yuan digitale alle Olimpiadi

La valuta digitale non verrà messa a disposizione non solo dalla popolazione locale, ma anche da atleti, dirigenti e professionisti che in quel periodo occuperanno la capitale cinese in occasione dei Giochi Olimpici. La stampa cinese, nel frattempo, non perde occasione per puntualizzare come questa iniziativa risulti essere una possibile risorsa dell’economia cinese in grado di mettere in difficoltà lo storico dominio del dollaro, così come riportato dalla testata del Partito Comunista Cinese China Daily.

Yuan digitale e e-CNY

La CBDC (Central Bank Digital Currency) sta intanto approntando il e-CNY, il portafoglio digitale ideato dalla banca centrale stessa e reso disponibile per smartphone e tablet, Android e Apple. Al momento la app è scaricabile solo nelle regioni interessate dal progetto dello Yuan digitale, ma in pochi giorni e-CNY avrà una diffusione definitiva.

Per ovviare a questa limitata disponibilità in termini di wallet elettronico, è stato reso noto che lo yuan digitale sarà gestibile tramite WeChat Pay, la principale app di messaggistica utilizzata in Cina.
Sarebbero già ben 140 milioni i portafogli elettronici cinesi abilitati all’utilizzo dello yuan digitale, secondo quanto reso noto dalle autorità.

L’aspetto politico

Come detto in precedenza, l’operazione ha una grande valenza dal punto di vista politico, potendo impensierire il dollaro USA e di riflesso l’economia americana.

Del resto, l’idea di una moneta elettronica controllata dallo Stato può senza dubbio essere una caratteristica da non sottovalutare nell’ottica di una politica economica globale. E questa è una visione peraltro condivisa da noti economisti americani (come Kenneth Rogoff, economista di Harvard), che rende noto come gli Stati Uniti -quantomeno dal punto di vista di una moneta elettronica centrale – debbano recuperare uno svantaggio competitivo rispetto alla Cina di almeno dieci anni.

Ci sono degli altri paesi che hanno già sperimentato l’esperienza di avere una propria moneta digitale controllata dallo Stato, come Bahamas e Cambogia; tuttavia, la Cina è davvero un attore tra i principali dell’economia internazionale, e le ripercussioni (qualora l’esperimento dello yuan digitale dovesse avere successo) potrebbero essere di stampo globale.

Il controllo del Governo

In Cina, lo sappiamo, il Governo mira a controllare il più possibile i comportamenti del proprio popolo: in questo caso, lo yuan digitale permetterebbe infatti alle autorità del cinesi di attingere ad informazioni circa  sia le modalità di spesa dei cittadini cinesi, sia circa l’andamento dei flussi di valuta verso l’estero, annullando quindi quel tipo di anonimato attorno al quale ruotano criptovalute e monete digitali in genere. Nei fatti Pechino vorrebbe togliere dalla circolazione monete banconote, delegando unicamente smartphone carte di credito alla circolazione monetaria.

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