Primi risvolti del Twitter hack

Nel tardo pomeriggio di ieri è stato portato a termine con successo un enorme hack contro i più seguiti account del social network Twitter. L’obiettivo è stato quello di racimolare più Bitcoin possibili dai malcapitati followers in buona fede.

È solo l’ultima delle occasioni nelle quali la più grande criptovaluta al mondo viene associata a truffe ed attività criminali. Certamente la più eclatante.

Voci dal Congresso USA

Ieri sera il deputato repubblicano del Minnesota Tom Emmer ha twittato: “Bitcoin non è il problema. Il controllo centralizzato lo è.”, prendendo così le difese del celebre metodo di pagamento digitale. Tom Emmer non è estraneo a Bitcoin infatti presiede la commissione sulla blockchain del Congresso degli Stai Uniti e fa parte del Comitato servizi finanziari della Camera.

In passato Emmer ha affermato che: “Gli Stati Uniti dovrebbero dare la priorità all’accelerazione dello sviluppo della tecnologia blockchain e creare un ambiente che consenta al settore privato americano di guidarne l’innovazione e l’ulteriore crescita“.

L’attacco ai sistemi di Twitter è stato il risultato di un attacco coordinato di ingegneria sociale sfruttato per accedere ad alcuni strumenti interni all’azienda. Alcuni rapporti hanno suggerito che la colpa possa essere di un qualche addetto interno alla compagnia. Anche sulla scorta di tali osservazioni il tweet di Tom Emmer potrebbe essere visto come un puntare il dito proprio contro i controlli centralizzati di Twitter, con i quali, mediante un singolo punto di rottura si può arrivare a compromettere l’intero sistema. Procedura che la tecnologia blockchain, viceversa, non concederebbe. In effetti Bitcoin in questa faccenda è stato utilizzato solo come semplice mezzo di pagamento finale, e non come strumento per violare la sicurezza del social network.

Twitter hack

Twitter e la decentralizzazione

L’anno scorso il fondatore e CEO del social network Jack Dorsey ha creato “Bluesky”, un team finanziato dalla stessa azienda Twitter che è stato incaricato di creare un modello standard (open source) che abbia il fine di spianare la strada ai social media che intendono abbracciare la decentralizzazione. L’obiettivo del team, secondo Dorsey, è quello di affrontare “sfide completamente nuove che le soluzioni centralizzate oggi fanno fatica a soddisfare“. “La blockchain”, ha aggiunto, “indica una serie di soluzioni decentralizzate applicabili a hosting, governance e monetizzazione”.

Tra le sfide che il CEO Dorsey intende affrontare mediante dei social media finalmente decentralizzati c’è proprio anche “la diffusione di informazioni fuorvianti”, come la truffa che ha colpito la piattaforma nella giornata di ieri. Il decentramento potrebbe consentire agli utenti di una piattaforma di social media di rispondere più rapidamente e bloccare informazioni fuorvianti rispetto a quanto potrebbero invece fare dei singoli moderatori che lavorano per il sistema centralizzato.

Decentralizzare Twitter significherebbe anche rimuovere il cd. “singolo punto di rottura” che ha permesso al malintenzionato hacker di sfruttare a proprio vantaggio gli ampi poteri di amministrazione dei quali ha dato sfoggio durante la truffa.

Cosa abbiamo imparato sinora dall’hack di Twitter

In primo luogo ora sappiamo che Twitter ha un serio problema in termini di sicurezza, e questo, solo per fare un esempio potrebbe addirittura minare la regolarità delle imminenti elezioni americane.

Va detto che se consideriamo l’enorme portata degli account presi di mira, la truffa è sorprendentemente inefficace. L’hacker ha infatti raccolto solo poco più di centomila dollari, il che con le dovute proporzioni è relativamente poco. Probabilmente gli utenti erano già sensibilizzati da tempo da simili “truffette” che imperversano nel social network.

Concludendo osserviamo come Bitcoin stia continuando a faticare a scrollarsi di dosso la reputazione dell’essere moneta di riferimento dell’illegalità online. “È un peccato che le persone stiano associando Bitcoin a questo hack di Twitter poiché Bitcoin stesso non è mai stato violato e non è stato il problema di fondo“, ha affermato Danny Scott, CEO di CoinCorner, aggiungendo che “il problema è stato un servizio centralizzato (Twitter), il che aiuterebbe invece a sottolineare i vantaggi della natura decentralizzata di Bitcoin e come un attacco del genere non potrebbe mai verificarsi sul network di Bitcoin“.

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