SEC e Ripple, continua la battaglia

Ripple e SEC, continua il muro contro muro. Questa battaglia legale ha acceso la fine del 2020 e infiammerà, con ogni probabilità, tutto il 2021: tra l’azienda produttrice della criptomoneta XRP, da qualche settimana accusata di violazione delle norme di vendita, e l’organo deputato al controllo della borsa valori, infatti, non vi è ancora un accordo.

SEC e Ripple: i fatti

La SEC – ente federale statunitense preposto al controllo e alla vigilanza della Borsa americana – nell’ultima settimana dello scorso anno aveva infatti citato in giudizio Ripple, sostenendo che quest’ultima avesse violato le norme che vietano la vendita di titoli non registrati.

Sotto la lente della SEC vi sarebbero gli 1,3 miliardi di dollari incassati dalla fintech Ripple tramite XRP, oltre ai circa 600 milioni di dollari che il CEO Brian Garlinghouse e il cofondatore Christian Larsen si sarebbero assicurati con la vendita dei propri gettoni.

La SEC, nella persona del suo presidente Jay Clayton, riteneva che Ripple dovesse sottostare a tutte le norme valide per i titoli presenti nei mercati finaziari; del resto, la fintech Ripple aveva sempre considerato il suo prodotto al pari di una moneta vera e propria.

Sec e Ripple, niente accordo

E dire che recentemente l’avvocato di Ripple, Jeremy Hogan aveva paventato la possibilità di effettuare un accordo transattivo sulla questione di Ripple Labs, ma in questi giorni l’idea sembra svanita nel nulla.

Infatti, è stato un documento pubblicato sul sito CourtListener, (portale dedicato alla raccolta di documenti legali degli Stati Uniti) a testimoniare che con ogni probabilità non vi sarà alcun accordo tra l’azienda e la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, presupponendo quindi una possibile dura battaglia legale.

Una speranza ancora aperta?

Tuttavia, Ripple Labs e SEC non sembrano aver definitivamente chiuso alla prospettiva di una soluzione negoziale.

Affermando, nella stessa missiva, che ove fosse raggiunto un accordo, esso sarebbe immediatamente comunicato alla Corte.

Uno snodo fondamentale della questione, infatti, è dettato dal fatto che il già menzionato Jay Clayton (a dicembre direttore della SEC) faceva parte della amministrazione Trump: con l’insediamento, in queste settimane, del nuovo presidente Joe Biden, sono cambiati anche i vertici del prestigioso organismo di controllo statunitense.

Pertanto, il nuovo presidente SEC designato dalla nuova amministrazione, Gary Gensler, è ufficialmente ancora in attesa di una data concreta per il suo insediamento. Va da sé, comunque, che il nuovo presidente potrebbe anche avere un’idea differente su Ripple e criptovalute rispetto a quella del suo predecessore..

SEC contro Ripple nel 2021

Per chi si chiedesse quali siano i prossimi step in questa ingarbugliata vicenda, la risposta sta nello stesso documento sopra menzionato, nel quale si evince come  le parti abbiano concordato nella data del  16 agosto 2021 come termine finale per la fase preliminare.

Da qui a quella data, infatti, come previsto dalla legge americana, ambo le parti potranno raccogliere prove ed argomentazioni a sostegno delle rispettive tesi. Terminata questa fase, SEC e imputati avranno a disposizione un periodo di 120 giorni dopo la decisione del tribunale per presentare ulteriori mozioni.

Il valore di Ripple

Naturalmente, questa situazione ha destabilizzato le performance di Ripple, moneta usata da sempre nel settore bancario, che ha visto dimezzare il proprio valore in concomitanza con le accuse della SEC; tuttavia, molti investitori, puntando evidentemente su una risoluzione positiva del percorso giuridico,  nelle settimane a seguire hanno comprato XRP con vigore, riportando il valore a cifre simili alla fase pre-accuse.

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