Cosa sono le valute locali? E cosa c’entrano le criptovalute?

L’idea per le valute locali originariamente era incentrata su una banconota fisica che valesse specificatamente solo per un’area, un paese o una città locale. Nel Regno Unito, è stato un concetto già decollato in diverse città quali ad esempio Liverpool. Tali banconote generalmente possono essere utilizzate solo nelle aree per le quali sono state progettate specificamente e spesso vengono decorate con immagini di personaggi locali. Ad esempio, il musicista David Bowie è presente sulla parte anteriore del Brixton Pound, in riconoscimento del distretto di South London dove è nato; John Lennon rappresenta Liverpool. L’idea era che la gente del posto si scambiasse queste banconote nei negozi delle vie principali, sostenendo così le imprese locali ed il commercio indipendente. 

valute locali

La sterlina di Bristol non è stata la prima valuta locale, né la prima ad essere sostenuta da un consiglio locale o amministrata da una cooperativa di credito. Tuttavia alcuni annunciarono il suo successo come l’inizio di una nuova era per la localizzazione delle valute. Ad ogni modo c’era anche una buona dose di scetticismo, e quest’anno gli oppositori del Bristol Pound hanno avuto ragione, poiché il ronzio attorno al progetto è svanito assieme all’uso del denaro fisico nell’era del coronavirus.  

Parallelismo valute locali – criptovaluta

Sono in corso diversi piani per attuare una trasformazione digitale della Bristol Pound sottoforma di token digitali utilizzanti la tecnologia blockchain entro la primavera dell’anno prossimo. Il nome c’è già: Bristol Pay, un sistema di pagamento ancorato alla sterlina come fosse una sorta di stablecoin del GBP (come lo era la sterlina di Bristol). Bristol Pay funzionerà come un sistema di pagamento a circuito chiuso per la città.

Almeno inizialmente, Bristol Pay esisterà sotto forma di infrastruttura di token che premiano i comportamenti virtuosi degli utenti. Ad esempio, quante miglia sono state percorse in bicicletta o quante volte una tazza di caffè sia stata riutilizzata, ecc. L’idea è quella di utilizzare misure interattive per fornire uno strumento di coinvolgimento di tutta la città che induca le persone a pensare all’impatto delle proprie scelte quotidiane. Meccanismo simile a quello per cui le persone si preoccupano di cose quali il punteggio Uber, o il loro punteggio eBay o quanti Mi piace ottengono su Facebook o quanti follower su Twitter si hanno.

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Le valute complementari

Nel frattempo, la Brixton Pound sta pianificando la propria reinvenzione in forma digitale. Il progetto ha collaborato con la piattaforma blockchain di Algorand, che ne sta finanziando la costruzione tecnica. Il team prevede un soft launch alla fine dell’anno; e stanno attualmente sviluppando l’app e costruendo l’architettura del progetto. Ma la nuova Brixton Pound sarà diversa da una valuta locale perché essa cerca di integrare piuttosto che sostituire la valuta nazionale.

Tutte le valute locali nel Regno Unito sono ancorate una per una con la sterlina. Quindi si stanno utilizzando le capacità della blockchain (trasparenza, sicurezza, immutabilità e responsabilità) per rafforzare ciò che la Brixton Pound stava facendo prima attraverso la propria funzione di valuta locale complementare. Sicuramente non è un nuovo Bitcoin ma il Brixton Pound digitale assomiglia molto ad una stablecoin. Il team ha streatto una partnership con MoneyFold, una stablecoin regolamentata dal Regno Unito, per la sua infrastruttura backbone. In linea con l’approccio di base di Brixton Pound, hanno in programma di coinvolgere la comunità locale nelle fasi successive del progetto.

Il reale impatto delle valute locali

Non tutti sono convinti che ci sia tutto sto appetito per le valute locali, in quanto sembra difficile conciliare l’idea con l’attuale mondo moderno. Altri ritengono che la digitalizzazione delle valute locali non risolverà il problema principale, ovvero che le aziende locali spesso non hanno un posto dove spendere le valute locali che ricevono, poiché è improbabile che i loro fornitori le accettino. 

Molte aziende affermano che la valuta locale non ha avuto alcun impatto nell’incoraggiarle a trattare maggiormente con i fornitori locali, con qualche voce che non concorda su tali affermazioni. Ad ogni modo, in altre regioni del mondo, le valute locali hanno avuto davvero successo. La valuta locale più longeva del mondo, il WIR svizzero, è stata creata nel 1934 quando incombeva la seconda guerra mondiale e la disoccupazione in Svizzera aumentava mese dopo mese. Oggi il WIR conta decine di migliaia di aderenti e quasi un quinto del totale delle imprese svizzere, con un fatturato annuo di un miliardo e mezzo di Euro. BerkShares, la valuta locale più conosciuta negli Stati Uniti, è un’altra storia di successo; utilizzata da più di quattrocento aziende nella regione del Berkshire (Massachussets). Altro esempio di successo in casa nostra nel 2019 è stato il Sardex in Sardegna, con oltre tremila imprese ed un fatturato di quasi 50 milioni di euro. 

Quali sono i costi di operatività simili?

Spesso sono i costi operativi ad aver sconfitto molti progetti di valuta locale. Negli Stati Uniti, il costo annuale pari a trecento mila dollari per mantenere in circolazione l’Equal Dollar di Filadelfia alla fine ha portato alla sua definitiva chiusura dopo quasi 20 anni di circolazione. I progetti che invece sopravvivono affrontano questa sfida in vari modi. Il WIR addebita una piccola commissione di transazione ed interessi sui prestiti contratti in valuta locale. Mentre in Canada, il dollaro di Calgary paga i propri dipendenti nella valuta locale e riceve in cambio finanziamenti dal governo e dalle imprese locali. Il minor uso di contanti significa che le valute locali devono funzionare elettronicamente in questi giorni. Ed è probabile che le valute locali facciano fatica a sostenere i costi significativi sostenuti dai sistemi informatici odierni. La natura “locale” della valuta localizzata significa che non ci sono economie di scala sufficienti ad assorbire questo tipo di costi fissi. 

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La blockchain dal canto suo ha molti vantaggi, tra cui la sicurezza del sistema e piattaforme che non hanno i problemi ambientali associati a Bitcoin, anche se una valuta localizzata farebbe piuttosto fatica ad avere un pool di persone sufficientemente ampio per verificare le transazioni della catena a blocchi in modo robusto e sicuro. Ad ogni modoné il supporto adeguato né le preoccupazioni ambientali sono state alla radice dei problemi riscontrati nell’approccio a valute tokenizzate.

Sette anni fa il consiglio locale della città di Hull, nel nord-est del Regno Unito, ha approvato il cd. HullCoin, una moneta di criptovaluta basata su Bitcoin, che poteva essere guadagnata dai cittadini per aver fatto buone opere. L’idea era quella di utilizzare la blockchain per incorporarvi prove con data e ora dell’attività dall’esito sociale positivo. Il progetto è stato un’idea di David Shepherdson, che all’epoca lavorava come ufficiale anti-povertà per il consiglio di Hull. Lui e la sua compagna Lisa Bovill hanno fondato Kaini Industries, un’organizzazione no-profit per sviluppare tale tecnologia. Il progetto non ha seguito l’iter che ci si aspettava e stava per far capolino, quando nuovi sostenitori di HullCoin, tra i quali uno dei più grandi enti di beneficenza del Regno Unito, la National Lottery, hanno assicurato al team di sviluppo che entro due o tre mesi un milione e mezzo di sterline in finanziamenti sarebbero arrivati. Ciò non accadde.

Il voltafaccia dell’organizzazione di beneficenza ha coinciso con l’inizio dell’inverno cripto che tutti conosciamo essere avvenuto nel 2018, quando le criptovalute sono diminuite drasticamente di valore. HullCoin essenzialmente “è crollato”. Gli sviluppatori di Hullcoin hanno cercato invano di ottenere un sostegno privato, ma tale moneta digitale era stato progettata per incoraggiare l’inclusione sociale, e non da una prospettiva commerciale, quindi non era poi così attraente per gli investitori privati. Un’esperienza tutto sommato da dimenticare.

Valute locali e regolamentazione

Siamo tutti ben consapevoli del vuoto normativo che molti progetti crittografici attualmente affrontano non solo nel Regno Unito ma un po’ in tutto il mondo. Bristol Pay sta affrontando prima gli aspetti tecnici del progetto in collaborazione con gli sviluppatori Digital Wonderlab, prima di affrontare la parte difficile, che è la parte finanziaria e regolamentare programmata per gli anni a venire.

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Si ritiene che questo dovrebbe essere un tempo sufficiente affinché le normative sulle stablecoin diventino più chiare. Ma, nel frattempo, Bristol Pay si sta sviluppando con capitali relativamente limitati, e con gran parte dei finanziamenti che provengono dalle “vendite di pensionamento” della Bristol Pound. Gli esperti ritengono che la probabilità di generare reddito dalle valute locali sia bassa perché il finanziamento dipende molto dalle sovvenzioni, la blockchain e le criptovalute non offrono alcuna panacea ai problemi legati alla creazione delle valute locali, infatti tale tecnologia è sia una benedizione che una maledizione, perché crea diverse divisioni sociali. 

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