ICO: le odierne OPA di criptovaluta

Una ICO (“Initial Coin Offering”) può essere, in qualche modo, simile a un’OPA (Offerta Pubblica di Acquisto).

Ma, a differenza di una OPA (in cui un’azienda vende azioni), una ICO comporta la vendita di token: valute digitali o contratti basati sulla tecnologia con un certo valore monetario, che si prevede possano aumentare nel tempo.

Questa formula ha portato a raccogliere miliardi di dollari negli anni, con l’obiettivo di finanziare una serie di startup che emettono token digitali, ad un ritmo chiaramente più veloce di qualsiasi altro finanziamento di venture capital in fase iniziale!

Qual è l’obiettivo di una ICO?

Una ICO costituisce un modo per raccogliere fondi per nuove imprese che cercano di seguire le orme dei “pionieri” della valuta digitale, gli ormai celebri bitcoin ed ether. Ne abbiamo parlato già in questo articolo, ma è giusto appronfire la questione.

Nonostante le controversie derivanti da frodi, furti e speculazioni volatili, il successo delle ICO testimonia come sia possibile sviluppare comunità di utenti disposti ad acquistare forme di denaro che potremmo definire… “non convenzionali”. Una ICO consente alle start-up di bypassare il classico processo di venture capital passando a qualcosa di più simile al crowdfunding.

Ma l’aspetto più allettante per chi investe in ICO è che potrebbe non esserci la necessità di aspettare anni per incassare (come succede invece nella maggior parte delle OPA), a patto solo di trovare un acquirente per le monete che si intende rivendere, una volta “apprezzate”.

Cosa ricevono gli investitori ICO?

Ricevono un credito o un token virtuale, che, nella maggior parte dei casi, si rivela unicamente un’unità di valuta.

Tuttavia, vi sono state aziende che hanno gestito la cosa in maniera diversa: prendiamo l’esempio di Storjcoin. Una società chiamata Storj.io ha rilasciato i token crittografici chiamati Storjcoins durante la propria ICO. Storj.io ,che è una startup di cloud storage, ha inizialmente fatto sì che gli utenti che avevano acquistato token durante l’ICO iniziale potessero spendere i propri token su quel prodotto (semplificando: abbiamo bisogno di uno spazio Cloud da 100 GB? Lo paghiamo 3 Storj, invece di 50 euro).

Altro esempio è quello di Ethereum che, come sappiamo è una piattaforma per la creazione di svariati tipi di app decentralizzate. Gli utenti possiedono token chiamati “Ethers” che consentono di mantenere il funzionamento delle app create sulla piattaforma.

OPA
OPAOPA

Documenti e regolamenti governativi

C’è un’enorme differenza in termini di documentazione necessaria tra OPA e ICO. Nel mondo aziendale, le OPA sono fortemente regolate dal governo. Spesso occorrono mesi, persino anni, perché le aziende raccolgano i documenti necessari per un’OPA. Presentando un’OPA, le società accettano le eventuali gravi conseguenze in tutti i casi di non conformità. Nel mondo delle criptovalute, la regolamentazione normativa è praticamente inesistente, così come quella fiscale. Qualsiasi azienda può lanciare un ICO in qualsiasi momento con poca preparazione “giuridico-fiscale”.

Un bel vantaggio, almeno concettualmente: il risvolto è che gli investitori non sempre sanno se la società sia legittima e viceversa le aziende non sempre sanno se i loro investitori sono conformi alla legge. E ovviamente, gli investitori non hanno alcun ente che li possa tutelare in caso di frode o cattiva gestione.

Quali sono i vantaggi nel partecipare ad una ICO?

Il vantaggio principale del partecipare ad una ICO è che si sta aiutando un’azienda a lanciare il proprio prodotto in cambio del valore futuro previsto. Si acquista qualcosa oggi nella speranza che possa valere di più un domani. È possibile scambiare i token dell’azienda in futuro dopo che il valore stesso dei token è aumentato, come già detto.

Il grande vantaggio è proprio qui: basti pensare all’esempio del già menzionato Ethereum. Nel 2014, Ethereum ha venduto monete attraverso la sua ICO ad un prezzo che oscillava da $ 0,30 a $ 0,40 per token. La società, che si è autofinanziata attraverso la vendita delle proprie monete elettroniche, ha rilasciato la sua piattaforma definitiva a luglio 2015. A quel punto, il prezzo di ciascun token era aumentato significativamente, fino a triplicarsi. In quel momento l’investimento poteva essere sembrato positivo, ma i più attendisti – ovvero coloro che hanno conservato i token da allora – si ritrovano oggi ad avere singole unità da oltre $ 200, per un investimento proficuo di oltre 5 mila punti percentuali…!

Ovviamente, Ethereum è un singolo esempio e non tutte le ICO si rivelano così proficue, anzi! Può tranquillamente capitare di investire in progetti che falliscono prima ancora di partire (e con essi si assiste logicamente all’evaporazione dei i nostri soldi). Una ricerca attenta e studiata è quanto mai essenziale, in questi casi.

Come posso partecipare a un ICO?

Nei primi tempi, le ICO avevano un problema comune: era difficile diffondere la notizia della loro nascita al pubblico. Fortunatamente, l’ascesa clamorosa del web ha aiutato parecchio: oggi, infatti, esistono decine di siti dedicati in cui le varie ico vengono catalogate e descritte, oltre  a vari forum di discussione, portali dedicati e pagine facebook.

Una volta effettuata la propria scelta, sarà sufficiente inviare un certo quantitativo di criptovaluta (precedentemente acquistata) alla piattaforma, attendere i propri token e… incrociare le dita!

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