Com’è nato il logo di Bitcoin?

Qual è l’origine del logo di Bitcoin e com’è nato quello che è il simbolo di una delle criptovalute più importanti al mondo? Il logo di Bitcoin non è altro che una B inclinata inserita all’interno di un cerchio arancione, che è divenuto ormai un fenomeno di marketing oltre che un simbolo fondamentale alla promozione della più famosa criptovaluta oggi esistente.

Creare un logo riconosciuto a livello globale e che possa essere individuato a colpo d’occhio non è un’impresa da poco; compagnie di primissimo rilievo continuano a spendere decine di milioni di Euro per assoldare i migliori team di grafici che si dedichino a tale attività, che può riguardare anche le più piccole modifiche ai rispettivi marchi distintivi.

Il logo di Bitcoin ha raggiunto un livello di riconoscibilità unico, e senza che nessun team abbia mai sovrinteso al processo di progettazione, tantomeno grazie a budget dedicati multimilionari. Ma chi ha effettivamente creato il famoso logo di Bitcoin? Cerchiamo di scoprirlo assieme.

L’idea del Logo di Bitcoin

Il primissimo logo utilizzato per Bitcoin è stato progettato nientemeno che dal creatore della criptovaluta stessa, l’ormai celebre Satoshi Nakamoto.  La prima iterazione del logo di Nakamoto è apparsa subito dopo il lancio di Bitcoin all’inizio del 2009, raffigurante una moneta d’oro, con in rilievo le lettere B C

original bitcoin logo

Esso è stato un esempio della filosofia di design detta skeuomorfismo, in cui gli oggetti digitali sono progettati per assomigliare alle loro controparti del mondo reale. A quel tempo, tale stile era molto in voga; ad esempio il logo dell’iPhone di Apple, lanciato più o meno nello stesso periorodo, si rifece a sua volta molto pesantemente al predetto design skeuomorfico. L’adozione di quella filosofia di design ha avuto diversi effetti a catena; alcuni hanno infatti sostenuto come la rappresentazione originale di Satoshi del Bitcoin (una moneta d’oro) indicasse come avesse concepito la criptovaluta quale “oro digitale” già dagli inizi. Ovviamente, l’ethos di Bitcoin venne incentrato sulla decentralizzazione e con l’avvento del Bitcoin Talk Forum (anno 2010), altri utenti hanno presto aggiunto le proprie idee in merito al dibattito sulla presentazione del logo di Bitcoin. Alcuni hanno sostenuto l’adozione anche della cd. “E commerciale” (&) ad un certo punto. Un’idea che aveva guadagnato buona trazione all’epoca è stata anche quella di aggiungere una “T” al preesistente simbolo che riportava solamente “BC”; tant’è che oggi il codice della valuta a tre lettere rappresentate Bitcoin negli exchange è appunto “BTC“. 

Desideroso di piacere ai più esigenti, Satoshi ha deciso aggiornare il design del proprio logo nel febbraio del 2010. Facendo riferimento al simbolo del baht thailandese, il logo rivisto raffigurava ora l’ormai famosa “B” con apposti i due tratti verticali. Il logo rivisto da Satoshi è divenuto interessante alla luce dei primi commenti del pioniere di Bitcoin Hal Finney, il quale ha osservato che:

È interessante notare che il segno del dollaro ha avuto origine con due barre verticali anziché una, secondo diverse teorie“.

Tuttavia, alcuni utenti del Forum hanno continuato a criticare gli sforzi di Satoshi, sostenendo che il design mancasse di un’impronta più professionale. Così, nel novembre 2010, un nuovo utente del Bitcoin Forum, alias “Bitboy”, ha proposto alcuni miglioramenti al design di Nakamoto pubblicando gratuitamente la sua grafica e rendendola conseguentemente di pubblico dominio. Mantenendo la “B” di Nakamoto, Bitboy la rese di colore bianco e la mise all’interno di un cerchio arancione piatto e luminoso, inclinandolo rispetto all’asse verticale, così che pendesse verso destra. Anche la doppia barra verticale veniva modificata: invece che tagliare a metà la famosa “B”, ora semplicemente sporgevano sia dall’alto che dal basso. Questo diveniva così il fortunato logo di Bitcoin per gli anni a venire. 

In particolare, il logo di Bitcoin somigliava ora in una certa misura a quello di altri “metodi di pagamento”, senza così lasciare più alcun dubbio sull’uso che lo strumento si prefiggeva. Bitboy ha dichiarato come si fosse ispirato in parte anche al nuovo logo di Mastercard di allora, dicendo di non essere un fan sfegatato delle carte di credito, ma che fosse tuttavia esclusivamente “una questione di percezione generale, quando si parla di fiducia e comportamento dei consumatori”.

Chi si nasconde dietro allo pseudonimo di Bitboy?

Come già successo con Satoshi Nakamoto, anche l’identità di Bitboy rimane ad oggi totalmente sconosciuta. Nel 2017, un autore di post su Medium, Phil Wilson, aveva affermato di essere stato coinvolto sia nel design di Bitboy che nella versione 2010 di Nakamoto. Egli ha anche dichiarato che il design era intriso di simbolismo. Ad esempio, il numero otto compare più volte all’interno del logo. Esso non solo assomiglia ad una B, ma la lettera è ruotata in senso orario di 13,88 gradi e le dimensioni dei rettangoli nel disegno avevano una lunghezza di 12,5 (che è un ottavo di 100). Va detto che Wilson non ha mai prodotto alcuna prova a sostegno di quanto affermato, dunque residua più di qualche dubbio sulla reale entità del suo coinvolgimento diretto. 

Il logo di Bitcoin ai giorni nostri

Con il prezzo di Bitcoin che ha raggiunto in questi ultimi mesi il suo nuovo massimo storico sfiorando quota 60.000 dollari, si è riaccesa l’attenzione sull’identificazione precisa della più piccola unità con la quale si suole misurare Bitcoin: il cd. “satoshi”, dal nome del suo creatore. La comunità di Bitcoin ha storicamente lottato per raggiungere un consenso sul design del simbolo da adottare per i singoli satoshi, con molte proposte sottoposte alla community di affezionati, tra le quali anche una combinazione delle lettere “S” ed “N” (da Satoshi Nakamoto, appunto). Nel novembre del 2020, la comunità ha fatto riaffiorare tuttavia un’altra idea: la cd. “S appuntita” che i bambini imparano a disegnare già a scuola. Entusiasti dell’idea, i redditors della sezione dedicata a Bitcoin hanno creato un nuovo logo “satoshi” che imitasse quello di Bitcoin, arrivando persino a stampare monete con stampanti in 3D riportanti il predetto simbolo. La questione ha continuato a essere oggetto di accesi dibattiti per diversi anni e, sebbene ci sia stato molto entusiasmo in merito, rimangono ancora poche indicazioni su quale design potrà effettivamente prevalere in futuro. 

Altra questione da affrontare è quella che oggi non tutti sono entusiasti di lasciare il logo principale di Bitcoin così come lo aveva concepito Bitboy, nonostante la longevità già dimostrata nello scorso decennio.

Un gruppo in particolare, che si fa chiamare “Bitcoin Symbol” ha fatto diverse pressioni per cambiare il logo negli ultimi anni, sostenendo che, piuttosto che “un logo”, ciò di cui Bitcoin avrebbe bisogno è “un simbolo”, come già accade per il dollaro, l’euro e così via. Tale suggerimento, avanzato per la prima volta nell’aprile del 2014, era la lettera Ƀ, che appare in diversi alfabeti moderni. Diverse startup Bitcoin hanno adottato questo nuovo simbolo, ma non si può ancora dire che l’idea sia riuscita a decollare. Le predette obiezioni al logo di Bitcoin seguono una duplice direttiva. Da un lato, si oppongono all’uso di un logo per motivi filosofici, sottolineando che “Bitcoin essendo una valuta decentralizzata – non può avere il marchio di un prodotto o di un’azienda, e ciò di cui si ha bisogno per rappresentare Bitcoin è invece un simbolo, piuttosto che un logo”. Dall’altro lato vi sono anche problemi pratici con l’utilizzo di un logo anzichè di un simbolo: invero le valute che utilizzano simboli ($, €, ¥), che hanno l’obiettivo di essere utilizzate da tutti, presentano un carattere Unicode che può essere facilmente riprodotto mediante molti caratteri di scrittura su un’ampia varietà di dispositivi; un logo grafico, viceversa, non può fare altrettanto.

Gli argomenti del movimento Bitcoin Symbol hanno perso una parte della loro voce negli ultimi anni, poiché il logo Bitcoin è oramai divenuto sempre più noto ed associato alla criptovaluta regina. Nel febbraio 2019, Google ha aggiunto una variante del simbolo Bitcoin di Bitboy alle proprie tastiere, e poco dopo Twitter ne ha seguito l’esempio aggiungendo un’emoji dedicata. Il logo Bitcoin, a quanto pare, è divenuto esso stesso un simbolo. Il design essenziale del logo Bitcoin, la sua semplicità e la sua somiglianza alle icone delle principali valute legali hanno cementato il design come “nuova valuta digitale” nella mente del grande pubblico. Nonostante le critiche, il riff di Bitboy sulla versione datata 2010 continua a resistere. Ma per quanto tempo ancora? 

Il simbolo Bitcoin (la B stilizzata) funziona proprio per la sua originale semplicità e per l’associazione monetaria delle doppie linee verticali, a simili segni di valuta quali dollaro, yen, euro, lira, e così via. Ci sono certamente aspetti del logo che potrebbero essere migliorati, ma per ora nessuna modifica sembra pronta ad essere adottata. La leggera inclinazione in senso orario che prende la B di Bitcoin crea un cd. “squilibrio visivo”. Anche questa è una caratteristica che ben si adatta all’imprevedibilità del cambio di valore di Bitcoin. Raggiunte le nuove vette odierne, quindi, sarà forse più opportuno raddrizzare le bande inclinate di Bitcoin? È indubbio che se mitigare la volatilità della criptovaluta fosse così semplice, come cambiarne il logo, sarebbe probabilmente già stato fatto.

Articolo precedente

Articolo successivo