La tecnologia Intel per un mining più performante ed efficiente

Intel entra nel mondo del mining.

Sempre più di frequente parole come criptovalute, Bitcoin, NFT, finanza decentralizzata e tecnologia blockchain vengono inserite anche nei discorsi quotidiani di persone qualunque, non per forza di cose esperti in materia o lavoratori del settore. Le notizie riportate dai media riguardano prevalentemente gli aspetti commerciali delle criptovalute, il valore giornaliero della tal moneta elettronica, la sponsorizzazione milionaria alla squadra di calcio, gli NFT (i celebri token non scambiabili, che tanto vanno di moda in questo periodo) più costosi o le opere di crypto art battute all’asta a prezzi record. Difficilmente ci si addentra nella questione della produzione dei Bitcoin, questo argomenta resta ancora, forse, appannaggio principale dei trader o degli appassionati di blockchain.

A destare interesse per la generazione delle criptovalute, però, ci hanno pensato diversi youtuber, che si sono prestati a esperimenti più o meno interessanti e talvolta divertenti, come nel caso di Robin Harbron che nel suo canale YouTube, 8-Bit Show and Tell, mostra come sia possibile estrarre Bitcoin utilizzando come mezzo un Commodore 64 del 1982, oppure Stacksmashing, un altro youtuber, che ha provato a minare Bitcoin usando un Game Boy del 1989.

Ma come funziona l’estrazione dei Bitcoin? E cosa vuol dire “minare” criptovalute?

E’ importante saperlo specie in questo periodo, perchè Intel ha progettato un apparecchio utile ad un mining più efficace.

Cosa si intende con mining e a cosa serve

Con il termine mining si intende l’estrazione di criptovalute, cioè tutta una serie di operazioni necessarie per verificare le transazioni di Bitcoin, mentre i miners sono coloro i quali mettono a disposizione la potenza di calcolo del loro dispositivo per certificare che le transazioni eseguite siano corrette e quindi valide. Quando si opera nella rete di una criptovalute, infatti, viene lasciata una traccia che viene chiusa dentro un box ideale alla cui protezione viene messo un lucchetto virtuale, la cosiddetta blockchain. Per aprire il box e sbloccare l’operazione è dunque necessario eseguire dei calcoli: ecco allora che i miners lanciano un apposito software dal loro dispositivo, che si occuperà di trovare la combinazione del lucchetto virtuale.

Ogni qualvolta viene trovata una combinazione per uno specifico lucchetto, il miner riceve una ricompensa, ovviamente in Bitcoin, che viene in automatico generata dal sistema. Ovviamente, se non ci fosse una ricompensa nessuno si approccerebbe al mining che richiede quantità elevate di tempo e, di conseguenza, di energia per far funzionare i dispositivi elettronici per moltissime ore ininterrottamente con un costo notevole.

Il progetto Intel

Il costo delle operazioni di estrazioni di criptovalute, così come lo smodato utilizzo di energia elettrica, sono ovviamente dei tasti dolenti sia per quanto riguarda l’aspetto economico, che per quanto concerne la situazione ambientale, dato l’inquinamento prodotto da queste operazioni.

Per queste ragioni, i big della tecnologia sono al lavoro per trovare soluzioni che rendano più efficace ed efficiente il lavoro dei miners, cercando di far diventare un’attività così energivora un po’più sostenibile.

Intel, a questo proposito, ha annunciato il lancio di un nuovo microchip, destinato al mining di criptovalute: il lancio ufficiale del Asic Bonanza Mine è avvenuto durante l’International Solid-state Circuit Conference che si è tenuta on line dal 20 al 24 febbraio. Questo nuovo chip servirà per accelerare le operazioni di calcolo necessarie all’estrazione delle criptovalute, in modo da abbassarne i costi e diminuirne l’impatto ambientale. Le innovazioni introdotte nel chip Intel, creato dalla business unit Custom Computer Group, promettono prestazioni mille volte migliori rispetto a quelle ottenute finora, stando a quanto affermato da Raja Koduri, vicepresidente senior di Intel.

Tra i primi clienti ad essersi interessati al chip compaio nomi di tutto rilievo: da Jack Dorsey, da sempre appassionato di criptovalute, fondatore di Twitter e oggi alla guida di Block, a Argo Blockchain, passando per Griid Infrastructure.

Si preannunciano novità interessanti, dunque, prossimamente, e noi non vediamo l’ora.

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