L’IRS americana ha pagato la “taglia” su Monero

Qualche settimana fa avevamo parlato di come l’IRS (Internal Revenue Service, agenzia governativa che dal 1862 è deputata alla riscossione dei tributi all’interno del sistema tributario degli Stati Uniti d’America) avesse messo una vera e propria “taglia” su Monero, promettendo di consegnare una cifra considerevole a chi ne avesse “perforato” l’incredibile privacy. Tutto ciò al fine di scoraggiare l’evasione fiscale e le azioni fuorilegge.

La ricompensa, in questi giorni, è stata erogata. Vediamo com’è andata.

IRS e Monero

Ripercorriamo brevemente la vicenda.

Monero, una delle criptovalute col più alto livello di privacy e irrintracciabilità, è stata – secondo gli studi degli esperti statunitensi – la moneta maggiormente usata per scopi illeciti. Questo a causa della struttura della propria blockchain – totalmente diversa da Bitcoin – che dà una certa tranquillità ai propri utilizzatori.

Al fine di porre un freno agli utilizzi fuorilegge, l’IRS americana aveva emesso un premio di 625 mila dollari a chi avesse saputo proporre un modello PoC (acronimo di Proof of Concept), ovvero una dimostrazione pratica tramite un software che avesse evidenziato come scardinare la complessa blockchain di Monero, con un compenso immediato di 500 mila dollari, seguito ad un ulteriore premio di 125 mila dollari per una successiva fase test dell’idea.

Blockchain di Monero scardinata?

In un comunicato governativo emesso la prima settimana di ottobre, la IRS ha definito i vincitori di questa sorta di “concorso crittografico”.

Il premio va ad una società del Texas, la Integra FEC, che ha risolto il “codice Monero” in compagnia di Chainalysis, l’azienda crypto che opera da anni nel settore cripto già autrice di svariati strumenti di analisi dei dati provenienti dalle varie blockchain.

Le due aziende sopracitate avrebbero avuto la meglio a fronte delle 22 realtà che hanno reclamato la taglia, mostrando evidentemente soluzioni molto più fattibili e veritiere.

Ambo le aziende si intascano un assegno da 625mila dollari, oltre ad una probabile collaborazione continuativa con l’IRS utile a mettere in pratica le soluzioni proposte.

Questo fa sì che si stia lavorando per scovare un modo per tracciare le transazioni sulla blockchain di Monero  e sulla layer 2, che a quel punto potrebbero non rivelarsi più impenetrabili come sono state finora.

Le aziende partner di IRS

Chainalysis è tra le aziende leader nel campo dell’analisi di dati crypto e  già in passato – è evidente – era stata consultata da svariate agenzie governative per un aiuto su analisi di dati sui prodotti crittografici.

Integra FEC, invece,  è un nome meno conosciuto all’interno dell’universo crypto, nonostante  emergano dalla rete tracce di accordi milionari sottoscritti in passato con organi di grande rilevanza come la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, per fornire “altri servizi di consulenza scientifica e tecnica”.

Ridimensionamento della privacy?

A cantar vittoria, sembrerebbe, sono i detrattori di Monero, che a questo punto potrebbe perdere la sua leadership in termini di “moneta che garantisce la maggior privacy”.

In realtà, la considerazione da fare è forse un’altra: ben vengano, in un certo senso, gli allineamenti con gli organismi governativi e finanziari. Questi sono solo passi – pur elaborati e non particolarmente semplici – per ottenere normative snelle e fiscalmente consone, che suggeriscano un inserimento sempre più graduale e completo delle criptovalute all’interno dell’economia mondiale.

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