Quale potrà essere il futuro delle criptovalute?

Ogni criptovaluta, se oggi esiste, deve un grande ringraziamento proprio a Bitcoin, criptovaluta più famosa che ha fatto da apripista e maggior sponsor a tutte le altre. Ciò è in effetti ancora vero oggi, dopo circa 11 anni dalle origini. Mentre il settore entra di fatto nel proprio secondo decennio, sembrerebbe essere Ethereum, in futuro, a dover prendere il testimone ed inaugurare una nuova era di attività crittografica senza precedenti, forse anche trainando con sé tutte le altre altcoin minori.

Il grande dilemma che ci impegna oggi è piuttosto ricorrente: come andrà a svilupparsi ulteriormente questa tendenza tecnologica che abbiamo imparato a conoscere da ormai oltre un decennio?

Quel che è certo è che, salvo doti divinatorie, è veramente difficile indovinare cosa succederà nel futuro della criptoeconomia, tanto meno cosa succederà tra molti anni a partire da oggi. Proveremo a vedere assieme come potrebbe diventare la criptovaluta tra altri dieci anni, analizzando alcune macro tendenze già oggi ben visibili, le quali stanno ancora emergendo ma che possono ad ogni modo indicarci cosa ci riserverà il futuro delle criptovalute. 

L’Ethereum del futuro

Tra ipotetici dieci anni, Ethereum 2.0 ormai esiste già ed offre agli utenti di tutto il mondo la realizzazione della visione originale di Ethereum: una piattaforma di livello superiore per applicazioni decentralizzate (dApps) e pagamenti.

La comunità originaria, gli sviluppatori ed i progetti DeFi basati su Ethereum hanno assicurato che il progetto sia rimasto con alti standard di sicurezza e che la piattaforma smart contract più famosa sia ancora l’attore principale dell’intero settore delle criptovalute, sebbene anche altri progetti di piattaforme smart contract siano ancora in circolazione e magari con un focus in diverse regioni del globo per i motivi più diversi. Regna infatti l’interoperabilità. Sebbene molte blockchains siano effettivamente divenute delle sidechain di Ethereum, la quale ora funge da hub centrale delle rispettive attività.

A questo punto, i concetti fondamentali per la scalabilità di Ethereum, come lo sharding e le sidechain di livello due, fanno sì che la piattaforma possa facilmente alimentare più throughput rispetto ai tradizionali giganti dello scambio monetario quali Mastercard e Visa. Questa tecnologia di ridimensionamento della catena con benefici in termini di scalabilità rende anche più economico e veloce effettuare transazioni sulla main chain di Ethereum rispetto a tutte le altre alternative disponibili.

I DEX che diventano mainstream

I progetti che hanno come obiettivo il trading decentralizzato (ad esempio Uniswap) hanno avuto un enorme successo nel 2020, ed il motivo non è certo un mistero: agli utenti piace poter accedere a nuovi token senza alcuna autorizzazione e senza una supervisione centralizzata 24 ore su 24, (non c’è alcuna funzionalità di registrazione di un proprio account).

La popolarità di questi protocolli commerciali ha continuato a crescere proprio a causa della loro natura aperta e libera.

Ecco perché una delle previsioni più ovvie per il 2030 è che i DEX saranno molto più radicati nella società mainstream e che le loro complessità crittografiche saranno ormai superate. Queste soluzioni passeranno dal ruolo di “gemma in un ecosistema di nicchia in crescita” a vero e nuovo paradigma per la finanza globale. Già ora gli indizi sembrano rivelarlo.

Tokenizzazione di Bitcoin

Tokenizzare Bitcoin sottoforma di token ERC20 basati su Ethereum è ormai una pratica esplosa in popolarità e non in piccola parte grazie alle prospettive di rimettere questi token ad un uso produttivo in DeFi.

Entro il 2030, si può presumere un picco importante di Bitcoin congelati per essere tokenizzati nella blockchain di Ethereum, fino a quasi un terzo della total supply di quel momento (circa 7 milioni di BTC).

In questo senso, potrebbe finire che nientemeno che Ethereum diventi la soluzione di scaling di fatto per BTC. Una tale possibilità potrebbe irritare alcuni Bitcoiners cd. “massimalisti”, ma col tempo si può presumere che sempre più utenti non si preoccuperanno delle più pure filosofie tipiche della blockchain: la relazione tra le due catene può funzionare.

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Stablecoin nel futuro

La capitalizzazione di mercato di tutte le stablecoin combinate è di quasi venti miliardi di dollari. Tale capitalizzazione complessiva di mercato potrebbe addirittura superare il trilione di dollari entro il 2030. Perché? Perché le stablecoin possono essere conservate mediante blockchain ed utilizzate per i più svariati usi quali ad esempio la fornitura o il prestito di liquidità, con dei meccanismi e delle modalità che le normali valute FIAT non concedono.

Inoltre, le stablecoin potranno dare origine alle valute digitale delle banche centrali (CBDC) di diversi stati (argomento già visto assieme in un precedente contributo). Nel tempo, i confini tra i token ancorati alle valute FIAT e le CBDC cominceranno sempre più a confondersi, tranne nel caso di valute veramente decentralizzate quali ad esempio la stablecoin Dai di MakerDAO.

Gli NFT diventano un mercato multimiliardario

I token non fungibili, o NFT, sono un popolare caso d’uso che è sempre più in aumento sulla blockchain di Ethereum e che può essere utilizzato per fornire una prova di proprietà senza precedenti delle risorse digitali quali gli oggetti d’arte, gli oggetti da collezione, i pezzi di gioco, biglietti e molto altro ancora.

Inoltre, poiché questi asset sono token digitali circolanti su Ethereum, essi potranno e possono essere programmati in modi essenzialmente illimitati.

Nel 2020, l’economia NFT ha raggiunto i suoi primi cento milioni di dollari di vendite complessive, tuttavia, poiché queste risorse continuano a spianare la strada a nuovi tipi di economie creative, le vendite sono destinate a salire progressivamente. Una logica conseguenza è quella che il mercato NFT potrà originare diversi miliardi di dollari di vendita entro il nostro ipotetico 2030.

I DAO diventano comunità significative

Le organizzazioni autonome decentralizzate, o DAO, hanno visto una rinascita nella comunità di Ethereum del 2019 ed hanno iniziato a fiorire davvero proprio quest’anno.

Queste “cooperative digitali”, democratiche e transnazionali offrono un nuovo paradigma per l’organizzazione di comunità online e ne vedremo molte di più (di piccole, medie e grandi dimensioni), negli anni a venire.

Saranno condizionati da tali modelli organizzativi moltissimi settori su tutta la linea, poiché ci potranno essere dei DAO di avventura, DAO di eSport, DAO di lobbying, DAO sociali e così via. Fondamentalmente, se puoi immaginare un qualsiasi “tipo di gruppo”, qualcuno probabilmente lo potrà elaborare sottoforma di DAO, nell’anno 2030.

Il denaro sociale del futuro

Il concetto di “denaro sociale”, è uno dei settori più recenti a salire sul palcoscenico di Ethereum, sottoforma di accordi di compartecipazione al reddito (ISA), di valute comunitarie, di valore dei marchi o di contenuti specifici di un creatore. Abbiamo già visto decine di token personali iniziare a prendere il largo attraverso piattaforme di social money quali ad esempio Roll, ed ancora il token $ALEX dell’imprenditore Alex Masmejean. C’è da aspettarsi che questa tendenza continui ad un punto tale che tra una decina d’anni divenga “normale e mainstream” che gli utenti possano investire in “persone”, da aggiungere banalmente ad un portafoglio che risulterà diversificato anche grazie a partecipazioni simili.

La DeFi che diventa Finanza

Gli utenti di Ethereum chiamano l’arena della finanza decentralizzata con l’acronimo di “DeFi” perché è nuova e funziona in modo completamente diverso dalla finanza tradizionale. Il solco che segna la distinzione tra queste due sembra destinato a diminuire nel tempo. Perché? 

Perché le opportunità di guadagno crittografiche in DeFi cresceranno sempre più ed attireranno così tanti utenti che in futuro molte “attività DeFi” diverranno degli elementi fondamentali e tipici della finanza come oggi la intendiamo.

Entro il 2030, intere fasce di utenti, dai consumatori alle grandi istituzioni, gestiranno parti non marginali delle loro finanze attraverso delle piattaforme DeFi. Ed a tal punto, tutti i problemi di UX che affliggono queste “giovani” piattaforme saranno ormai scomparsi da tempo.

La privacy crittografica farà uno step ulteriore

Uno dei più grandi problemi iniziali con le popolari blockchain pubbliche quali sono Bitcoin ed Ethereum è la mancanza di soluzioni soddisfacenti in punto di privacy dell’utente.

Questo problema sarà sicuramente un ricordo del passato, nel lontano 2030. A quel punto, infatti, strumenti e progetti basati sulla zero-knowledge proofs (ZKP) saranno ampiamente adottati non solo su ZCash ma anche su Ethereum ed altre piattaforme, il che significa che la privacy diverrà l’impostazione predefinita in futuro e non una semplice scelta di opt-in (come invece accade generalmente ora).

In effetti, gli utenti di criptovalute nel 2030 guarderanno indietro agli utenti di oggi e rimarranno sbalorditi dal basso livello di privacy di cui godevano in passato.

I principali progetti della criptoeconomia contemporanea contengono una promessa davvero incredibile. Sebbene con le ipotesi fatte abbiamo anche per gioco un po’ voluto immaginare la migliore delle prospettive, e che sia ancora presto per trarre delle conclusioni, tutto ciò che fino ad oggi è stato ottenuto fornisce diversi validi motivi per essere davvero ottimisti per gli anni a venire.

Naturalmente, ci saranno alti e bassi lungo il percorso, proprio come la criptoeconomia ha già innegabilmente sperimantato fino ad ora, però, tutti i recenti progressi in tema di scalabilità e di finanza decentralizzata fanno sembrare che sia stato raggiunto un punto di vera svolta. L’adozione mainstream sembra non più una chimera oggi. Una cosa è certa: già entro il prossimo decennio scopriremo se la scommessa è stata vinta oppure no. Non manca molto.

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